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Avellino – Nadia Arace, consigliere “Si Può”, analizza a 360 grandi quanto sta accadendo in Consiglio Comunale e quanto invece farà il suo gruppo in vista delle prossime elezioni. Con un messaggio a chi sta guardando a loro con attenzione: «Ognuno chiarisca adesso la propria posizione, non attenderemo l’esito del congresso del Pd».

Il Bilancio è passato con pochissimi voti. Insommaneanche le minacce di dimissioni di Foti sono servite a riconsolidare la maggioranza?

Ormai non gli crede più nessuno a cominciare dai suoi consiglieri, quindi i suoi gesti provocatori non hanno un effetto politico serio. E’ da qualche anno che approvano bilanci in minoranza, vuol dire che la fiducia della maggioranza verso l’amministrazione non c’è più. Non sostiene il proprio sindaco. Cosa diversa quando ci sono interventi e atti che prospettano “altro” come nel caso dei servizi sociali. Quando ci sono accordi in chiave pre-congressuale o pre-elettorale li vediamo tutti al gran completo come è successo martedì scorso. Stupisce che chi si appella o autoproclama oppositore di questa amministrazione possa invece avallare un’operazione politica squallida come la convenzione sul piano di zona.

Si riferisce a Festa e al fatto che i suoi voti siano stati determinanti?

Chiaramente a lui, ma non solo perché come sappiamo gli oppositori interni sono solo alla carta quindi dipende dall’obiettivo che si vuole ottenere. Mi ha stupito anche il silenzio del consigliere Poppa sul bilancio.

Ritiene che il consiglio comunale sia diventato un banco per gli accordi all’interno del Pd?

Si, questo è il grande limite di questa amministrazione: trasferire e piegare l’Aula come se fosse un’assemblea del Partito Democratico. Gli stessi consiglieri di maggioranza si piegano alle logiche delle correnti e alle scadenze elettorali opre-congressuali, abdicano al loro ruolo.

A proposito di congresso Pd, c’è molta confusione a cominciare dal commissariamento. Che idea s’è fatta sul suo ex partito?

Non amo parlare di un partito fallimentare e senza pensiero. Fare peggio di ciò che si sta facendo sarebbe difficile, ma sono certo che ce la faranno.

Teme che anche il congresso possa diventare argomento per accordi in Consiglio?

Non lo temo, è già successo: il congresso è stato la merce di scambio per la convenzione sul piano di zona che porterà i cittadini di Avellino a pagare di più per i servizi.

Come opposizione avete annunciato tolleranza zero e che ricorrerete alla Procura al minimo sospetto. Cosa temete possa accadere in questo anno che ci separa dalle elezioni?

Sicuramente una pioggia di incarichi e operazioni clientelari, come le consulenza sui progetti. Poi ci sono forme e forme, vediamo anche i casi di associazioni che hanno vantaggi dall’uso del patrimonio comunale perché hanno dei bonus politici, come avere parenti e amici all’interno del Pd o in consiglio.

Passiamo al suo gruppo, “Si può”, immagino che già stiate lavorando sulle prossime elezioni. Qual è la vostra idea?

C’è stato già un incontro pubblico in cui abbiamo messo a disposizione anche una base di programma per tutte quelle forze politiche e quella parte di città che vuole misurarsi sulle questioni. Il tema vero è chiamare alla collaborazione per dar vita a un’alternativa autonoma dal Pd e farlo da una posizione paritaria, di dialogo e confronto molto aperto.

Come immagina la figura del vostro candidato sindaco? E soprattutto potrà o meno essere riconducibile al Pd o in qualche modo a questa esperienza amministrativa?

Innanzitutto dovrà rappresentare la novità, ma prima di tutto dovrà incarnare l’autonomia dal Pd in maniera chiara e incontrovertibile. Non stiamo provando a fare un’aggregazione politica di tutti i contrari all’amministrazione. Non basta essere contrari a Foti e al Pd, essere autonomi è un requisito, ma sempre dentro al nostro solco ovvero un impegno di sinistra, progressista.

C’è chi ipotizzava un dialogo con Luca Cipriano, ma gira anche il nome di Tonino Gengaro, così come di altri. Insomma a chi guarda “Si può”?

Noi i vari rappresentanti e riferimenti li abbiamo chiamati a fare tutti insieme uno sforzo di generosità, ma prima di tutto di chiarezza a cominciare dalla posizione in questi anni, i ruoli che sono ricoperti o si ricoprono ancora. Poi si fa sintesi, ma di sicuro non aspetteremo le conseguenze del congresso del Pd o delle elezioni politiche, con le loro guerre interne, vincitori e sconfitti. Chi vuole lavorare con noi lo deve fare chiarendo ora quale sia la sua posizione.    

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                Marco Imbimbo