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Sarà l’on. David Ermini a guidare il Pd provinciale in questa fase di totale confusione per il partito di Via Tagliamento. Questione di ore ed il responsabile della giustizia del partito democratico nazionale salirà le scale di Via Tagliamento. Esperto e conoscitore anche delle dinamiche di un partito, che come quello di Avellino, sta vivendo da troppo tempo una fase buia, avendo Ermini già nel 2015 svolto il ruolo di commissario regionale del Pd in Liguria, sarà senz’ altro un toccasana per la provincia di Avellino.

Nei fatti la scelta, che arriva direttamente da Roma e da Matteo Renzi, rappresenta una sconfitta principalmente per quel direttorio che avrebbe potuto impegnarsi davvero per le sorti del partito invece di preoccuparsi di stringere alleanze qua e là e di generare ulteriori frizioni e divisioni interne. Come l’hanno presa De Luca, Famiglietti, D’Amelio e Paris? Lo si vedrà nei prossimi giorni. La conseguenza immediata, comunque, alla scelta del commissariamento, sarà senz’altro lo slittamento del congresso anche soprattutto per una questione di tempi organizzativi. Infatti il commissario dovrà, inevitabilmente fare prima una ricognizione, ristabilire le regole e poi andare al congresso.

“ La scelta del commissario era inevitabile e la sola possibile per risolvere le troppe questioni interne al partito – ha commentato il capogruppo consiliare del Pd di Ariano Michele Caso – Sicuramente questo significa che non c’è stata la capacità interna di trovare una soluzione condivisa e questo è un limite per un gruppo dirigente. Non è un risultato positivo per loro, anche perché non è un giorno ma siamo alla soglia  dei due anni di tira e molla ed è chiaro che c’è un problema sulle scelte che sono state fatte, del resto i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se il Pd non riesce a metter in piedi una azione politica convincente, significa che c’è una condizione di incapacità di trovare sintesi sulle questioni.  Visto che siamo di fronte ad un gruppo dirigente che non sa sciogliere queste cose diventa legittimo che poi qualcuno intervenga anche a gamba tesa. Intanto ritengo che una volta ridefinite le regole venute a mancare a partire dalle più basilari, ad esempio chi vota e quanti potranno essere candidati, allora si potrà organizzare il congresso. Il Pd provinciale non potrà essere commissariato all’infinito”.