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Gravissima la denuncia sullo stato in cui versa l’asilo nido comunale dei Avellino e rappresentate dalla Funzion Pubblica CGIL e da Csa, l’associazione sindacale dei dipendenti pubblici. Le educatrici sono pronte ad incrociare le braccia qualora non venissero ascoltate le loro richieste.                                             

Da mesi le lavoratrici e ora il sindacato stanno chiedendo attenzione sui problemi presso i livelli preposti ma ad oggi non c’è stato un minimo segnale di riscontro. Nasce da questa indifferenza della classe politico – dirigenziale, precisano il segretario generale CGIL Marco D’Acunto e il vice coordinatore Csa Paolo Sarno– la decisione di  ricorrere ad una forma incisiva di protesta qualora non si aprisse un tavolo di discussione e confronto. Purtroppo a rischio ci sono il buon funzionamento dell’asilo nido, la qualità e  la continuità del percorso scolastico ed educativo.

Le questioni riguardano il pensionamento dell’unica gauardarobiera rimasta, ovvero l’unica unità lavorativa addetta al lavaggio e alla stiratura di tutta la biancheria utilizzata dall’asilo per il buon funzionamento del servizio ai bambini e degli indumenti da lavoro del proprio personale. Secondo quanto riferito dalle educatrici  la situazione è ulteriormente peggiorata.

Se queste problematiche non verranno risolte per tempo , annuncia il sindacato, non ci sarà altra possibilità se non quella di ricorrere ad ulteriori forme di protesta fino a che il problema non vemga affrontato per come merita, nel suo insieme e fino a che non sarà ridata la giusta dignità ad una struttura che si è sempre contraddistinta.

Ancora, nel corso dell’Assemblea che si è tenuta presso la sede di Via Morelli e Silvati, oltre alle problematiche del personale, che pure sono emerse in termini di prevaricazioni subite e di riduzione di alcuni diritti fondamentali, quali l’orario di lavoro precedentemente concordato o la decurtazione, senza preavviso, di alcuni giorni di ferie; l’attenzione si è maggiormente soffermata sulle problematiche del servizio. Sui propri diritti lavorativi le addette hanno fatto prevalere  la salute e la sicurezza dei bambini; affrontando “in primis” le questioni della cucina, il cui servizio è stato privatizzato già da alcuni anni, ma che è sempre sotto il loro attento e vigile controllo perché la qualità dei cibi dati ai bambini non diminuisca.

Ulteriore malcontento nasce anche dal mancato coinvolgimento delle operatrici nelle scelte decisionali per l’acquisto dei giochi o delle suppellettili o per l’organizzazione del servizio. Il più delle volte, gli oggetti che arrivano non sono adatti o non sono a norma e, spesse volte, sono anche pericolosi a stare in ambienti dove mangiano, dormono, lavorano o giocano decine di bambini in così tenera età.

Ultima, tra tutte, ma non la meno importante, e quella che ha fatto decidere per l’azione di protesta, la possibilità che venga privatizzato anche il servizio del guardaroba memtre si poteva già effettuare un’assunzione attraverso una semplice e trasparente richiesta all’Agenzia per l’Impiego. Infine sull’ ‘ordine di utilizzare fino ad allora salviette di carta monouso c’è un punto da chiarire.  Premesso che le salviette monouso non sono adatte per bambini così piccoli, perché non trattengono l’umidità e si rischia di bagnare i vestitini senza averne altri di ricambio, – riferiscono sempre la CGIL e Csa- il paradosso è che queste salviette, sicuramente meno efficienti di quelle tradizionali, da oltre due mesi non sono ancora arrivate nemmeno per un utilizzo saltuario o provvisorio.

Le educatrici hanno comunicato che in mancanza di una precisa volontà dell’Amministrazione ad affrontare e risolvere tutte le attuali problematiche del servizio, si vedranno costrette, loro malgrado, a continuare nella loro azione e ad aumentare il livello della protesta perché possa essere percepita da tutti gli attori che, fino ad oggi, nel recitare la propria parte in commedia, anziché assumere un ruolo da protagonista si sono limitati a quello di semplici comparse, dei figuranti e nulla più.

Noi- conclude la nota sindacale –  non sappiamo oggi se usciremo vincitori da questa lotta, ma almeno non avremo il rammarico domani, come potrebbero averlo altri, di non aver nemmeno provato a lottare per garantire un’esistenza dignitosa a questo servizio al quale si sentono legate da oltre trent’anni di attività e per la quale tutti gli encomi e i riconoscimenti più gratificanti sono sempre arrivati dai loro piccoli utenti e dalle loro famiglie.