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” Il primo cittadino di Avellino ha grandi limiti di leadership e di guida. Purtroppo no ha carisma. Questo suo modo di essere non ha aiutato la città nè l’amministrazione”.

Come sempre schietto e diretto quando parla della sua città Antonio Gengaro, che, prima dell’era Foti, è stato presidente del Consiglio comunale con il sindaco Giuseppe Galasso ma che ha avuto sempre ruoli di spicco all’interno di Palazzo di Città. E non nasconde oggi un certa preoccupazione sul futuro di Avellino.

 “Per quanto mi riguarda non  sono pentito di niente. Ho sempre espresso la  mia opinione con grande franchezza,  dicendo come la pensavo sulle questioni di Avellino e del mio partito. Sicuramente i cittadini ricordano che ho tentato di partecipare alle primarie, candidandomi,  ma furono annullate  – spiega  – Oggi rispetto al passatto si registra, innanzitutto , una fortissima litigiosità nel consiglio comunale e questo sta facendo solo danni . Molto è dipeso ovviamente dall’azione di Foti  ma, è pur vero, che c’è stata una involuzione del consiglio comunale di Avellino così come c’è stata una involuzione del dibattito. Questa maggioranza ha dimostrato ampiamente di essere incapace di avere una linea ed una strategia”.

 Il rappresenante del Pd rimane coerente e non teme di esprimere sue valutazioni sull’attività del governo cittadino. Non si preoccupa minimamente di possibili reazioni da parte degli stessi consiglieri del suo partito anche in vista di una possibilie ma remota, ha precisato il diretto interessato, presenza attiva sullo scenario delle prossime amministrative. In condizioni divere e se sollecitato, l’ipotesi di una sua candidatura potrebbe indurlo ad una seria riflessione.

Intanto, parlando ancora della città, Gengaro ammette che qualcosa è stato fatto e attribuisce pallidi riconoscimenti all’amministrazione.

  ” Va detto che l’amministrazione alcune questioni  ha tentato di affrontarle. Penso all’ex Isochimica per la bonifioca, al tunnel dove si sta proseguendo. A me Piazza Libertà non piace ma comunque è stata realizzata. Ci sono cantieri che stanno per essere conclusi.  La sola speranza rimasta è che  Avellino possa darsi uno scossone per uscire da questo isolamento. Rispetto a questa condizione c’è sicuramente  la responsabilità del Partito democratico, e la classe dirigente ha le sue colpe. Manca una visione del futuro di Avellino e nessuno se ne è mai preoccupato. Purtroppo anche le classifiche hanno riportato questa città tra gli ultimi posti.  Si tratta di indicatori importanti da tenere in considerazione. Ricordo, invece, che qualche anno fa la città  era in compitezione per la vetta della classifica e in alcuni settori era tra le eccellenze”- prosegue l’ex presidente dell’Assise municipale Antonio Gengaro.

In conclusione non può non chiarire il rapporto con il Pd e il condizionamento del partito piuttosto negativo dell’ultimo periodo.

L’attività del  quadrumvirato, del quale facevano parte i  massimi riferimenti istituzionali, non è servito a niente. Sia De Luca che la D’Amelio, lo dico da sempre, sono stati occupati più ad autoreferenziarsi che a capire i problemi della collettività. Hanno pensato più ai fatti propri tanto da creare una fase di stallo allarmante che si è tradotta nel commissariamento che reputo utile. Il primo obiettivo rimane quello di fare uscire Avellino e la provincia dall’isolamento puntando su alcuni assett. Penso al collegamento con la Valle Ufita attraverso la direttrice Napoli- Bari , una precondizione per potere innescare qualche processo di sviluppo attraverso corridoio VIII. Abbiamo bisogno del collegamento veloce; connetterci direttamente a Salerno ci consentirà di arrivare rapidamente a Fisciano dove ha sede l’ università , ci assicurerà l’arrivo di uomini e  di merce. Sono queste le condizioni da realizzare nell’immediato per riportare il capoluogo e l’intera provincia in una situazione di centralità ed essere di nuovo riferimento”.