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Avellino – Sul Ponte della Ferriera serve attenzione, mentre l’appalto della fornitura del gas non deve essere trasformato in una sagra di prodotto locali. Giancarlo Giordano, consigliere del gruppo “Si può”, lancia il suo monito sull’amministrazione comunale. «Siamo preoccupati per i lavori del tunnel e la chiusura del ponte della Ferriera, ma anche sui tempi – spiega Giordano. L’assessore Preziosi l’aveva già annunciata a febbraio 2016 parlando di una durata tra i sei e i nove mesi. Oggi, invece, la chiusura diventa di 100 giorni».

Oltre alla tempistica su cui servirebbe chiarezza secondo Giordano, a preoccupare di più sono i ritardi che si sono registrati in queste settimane. «Parliamo di un Comune che, su una questione che attanaglia la città da un decennio, non si preoccupa di partire bene. Se avevano detto che i lavori sarebbero partiti il 17 agosto, doveva essere rispettata quella data. Hanno perso un’altra occasione,  un’altra settimana. Si dirà che è poco, ma non è vero perchè adesso è estate, poi comincerà a piovere e i lavori si fermeranno. Non sappiamo quanto durerà l’inverno, quindi chiedo all’amministrazione di essere seria, attenta e sfruttare questi ultimi mesi che rimangono del loro mandato, almeno per chiudere questa vicenda. Senza farsi troppe illusione, seguano una sola vicenda, visto che non riescono ad essere multitasking».

Il ponte dovrebbe riaprire a fine novembre, almeno nelle dichiarazioni dell’assessore ai Lavori Pubblici, Costantino Preziosi, mentre i lavori al tunnel dureranno almeno un anno. «Non so come andrà a finire con il tunnel, io non ho mai condiviso questa scelta, anzi all’epoca mi dimisi da assessore proprio su questo lavoro. Anche chiamarlo tunnel è una parola ambiziosa, meglio sottopasso».

C’è un’altra questione, però, su cui Giordano annuncia la massima attenzione: il bando per l’affidamento della fornitura del gas. «L’assessore all’ambiente, Penna, aveva dichiarato che voleva dar vita a un bando per l’affidamento del servizio per 12 anni, poi di recente ha dichiarato che verranno inseriti dei meccanismi per valorizzare le realtà locali. Ma noi non stiamo facendo una sagra sui prodotti tipici locali, qui serve un bando di respiro europeo».

Infine un passaggio sul teatro “Gesualdo” e l’incontro del prossimo 28 agosto con il comitato di gestione per capire lo stato dell’arte. «Al momento quello che è certo è che il Massimo cittadino è chiuso, senza che ci giriamo in tempo. Se qualcuno viene incaricato di svolgere un ruolo, lo deve fare, se non è in grado deve andare via. A me sembra che non sappiano fare il loro lavoro. Ormai con teatro siamo all’anno zero».

Marco Imbimbo