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Avellino – “I cittadini di Avellino sono un po’ da salotto, amano poco le periferie. Conoscono poco il Murale della Pace, conoscono poco le periferie e le chiese di periferia. E conoscono poco l’ex Isochimica”.

Parole e pensieri di Ettore De Conciliis, pittore e scultore italiano, divenuto famoso nel 1965 per la realizzazione del “Murale della pace”, opera monumentale parietale realizzata con la collaborazione di Rocco Falciano, presso la Chiesa di San Francesco ad Avellino. L’affresco suscita vivaci polemiche e cattura l’interesse della stampa nazionale e internazionale.

Alle spalle dell’altare di una chiesa cattolica viene realizzato un affresco in cui, attorno alla figura di San Francesco, compaiono da un lato immagini di guerra e di distruzione, dall’altro di pace e di giustizia sociale. Accanto a Papa Giovanni XXIII e ai vescovi avellinesi, sono rappresentati John Kennedy, Mao Tse Tung, Cesare Pavese, Guido Dorso, Pier Paolo Pasolini e Fidel Castro). Cinquantadue anni dopo, qual è l’attualità dell’opera?

“E’ cambiato tutto – afferma Ettore De ConciliisI volti dello scandalo non esistono più, sono fuori moda. Ma rimangono le stesse speranze e gli stessi obiettivi. E’ un peccato – sottolinea – che l’opera sia ancora poco conosciuta proprio dagli avellinesi. Forse è più nota all’estero. L’arte sarebbe molto utile per riqualificare una città come Avellino, l’arte è un linguaggio particolare che non è sostituibile”.

Alla riflessione sull’attualità del “Murale della Pace”  ha partecipato  anche il Vescovo di Avellino, Monsignor Arturo Aiello. Anche lui afferma: “Speriamo che il Murale sia meglio conosciuto. Le periferie sono molto importanti, dalle periferie si vedono meglio i problemi. Questa chiesa era una sconociuta fino a qualche anno fa ma desso è inglobata perfettamente al tessuto cittadino. Certamente è un vanto per Avellino e la sua riscoperta, la sua valorizzazione supportanto l’intento di accendere l’attenzione sul ruolo che proprio le periferie vanno assumendo. La grandezza del Murale è avere creato contemporaneità tra l’evento della salvezza e della storia”. 

 “Il Murale è una di quelle opere che non ha tempo”. A dirlo è il filosofo Aldo Masullo, cittadino onorario del capoluogo irpino che oggi, per la prima volta, ha visto l’opera di De Conciliis. “Ci chiede quasi una scelta, quella tra il bene ed il male, ed è una scelta importante, da farsi. Ognuno di noi la deve fare, giorno per giorno. Le terribili cose qui rappresentate sono sempre dietro l’angolo, non la guerra tra gli eserciti, ma quella che serpeggia tra i popoli”. 

Riflessioni fatte nel corso del convegno organizzato dall’assessorato all’assessorato del Comue di Avellino e dl Forum dei Giovani Città di Avellino. Presenti il filosofo Aldo Masullo,  il sociologo Pino Aralchi, la storica dell’arte Maria Pizziolo, Stefano Vetrano del Forum, il Vescovo di Avellino Mons. Arturo Aiello.