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Avellino – Ha le idee chiare il consigliere comunale di maggioranza Gianluca Festa rispetto a quello che è il suo impegno di oggi e rispetto a quello che sarà il suo impegno nel Pd per il dopo congresso. Che sarà della partita nelle prossime primarie per la scelta del sindaco del dopo Foti non è una novità ma le condizioni nel partito di Via Tagliamento devono cambiare.

Intanto rispetto all’arrivo del commissario David Ermini precisa: “Non ho chiesto nessun incontro al commissario- spiega Gianluca Festa – Se lui vorrà avere un dialogo con i maggiori riferimenti del partito e istituzionali noi siamo disponibili. Anzi farebbe bene ad ascoltarci per avere un quadro più chiaro e più completo della situazione in questa provincia. Va evidenziato che l’arrivo del commissario rappresenta la certezza che il congresso si celebri. Sicuramente l’onorevole Ermini fa da garante in questo momento anche se il suo incarico durerà poco più di due mesi. Il congresso darà una organizzazione al Pd sul territorio e di questo abbiamo bisogno in vista degli appuntamenti con le politiche e con le amministrative. Oggi c’è la necessità di un partito democratico il più unito possibile pur nelle sue differenze”. Per il consigliere, in netto contrasto con il sindaco Paolo Foti, da questa fase dovrà uscire un partito rigenerato e capace di tenere dentro tutti anche la minoranza. Inoltre andrà chiusa per sempre la fase delle rendite di posizione.

“Per stare al Comune la nostra idea è  molto semplice – conclude Gianluca Festa-  Si dovrà procedere con le primarie ad ogni costo. Solo così chi ha aspirazioni potrà avere l’onore di dare un supporto al partito e l’onere di provare a far rivincere il Pd in questa città. Ognuno di noi dovrà dare il proprio aiuto affinché il partito prevalga. Non ci dovranno essere esclusioni né emarginazioni. E’ evidente che dovremo operare tutti per realizzare la discontinuità nella prossima amministrazione. Credo che di fatto in questo momento siano poche le persone che possono rivendicare, legittimamente, di potere rappresentare quella discontinuità auspicata da tanti ma solo a parole”.