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Mercogliano (Avellino) – Marinavano la scuola e si prostituivano con la promessa di un lavoro regolare e ben retribuito. Nella rete di un 70enne di Mercogliano, arrestato questa mattina all’alba, erano finite dieci ragazze di età compresa tra i 14 e i 17 anni e due maggiorenni. Tutto avveniva in un centralissimo circolo ricreativo, frequentato da studenti, ma anche da persone più adulte e professionisti.

Il gestore faceva leva sul essere affabile e quasi come se fosse un’altra figura paterna era riuscito a convincerle che trascorrere qualche ora nel suo locale, servendo ai tavoli, poteva essere una buona cosa. Poi l’invito a essere gentile con i clienti, una gentilezza che presto si è trasformata in disponibilità.

L’uomo “selezionava” le ragazzine che si rifugiavano nel suo locale, per non farsi scoprire dai genitori che avevano marinato la scuola. Sceglieva le più avvenenti e non appena si era instaurato un rapporto di confidenza le offriva la possibilità di un lavoro.

Lui, originario di Mercogliano, insospettabile e gentile, è ora finito in manette. Deve rispondere dell’accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione, reati aggravati dalla minore età delle vittime. Con lui sono stati arrestati anche un 85enne ed un professionista 50enne, entrambi della provincia di Avellino. Si tratta di due clienti abituali, che ora si trovano al regime dei domiciliari e devono rispondere delle stesse accuse.

L’attività di investigazione è iniziata nel maggio del 2016, dopo che il fidanzato di una delle ragazze si era rivolto ai carabinieri per denunciare quanto accadeva all’interno di quel circolo. Il giovane raccontò ai carabinieri che la sua ragazza, minorenne, era finita nel giro gestito dal titolare del circolo. L’uomo-che si era sempre raccomandato con le ragazzine di evitare di avere dei fidanzati – all’epoca fu arrestato, ma l’attività non si è mai fermata.

Le ragazze erano quasi tutte di Avellino. Tra loro anche qualcuna proveniente dall’Avellino bene, ma c’era anche chi aveva ceduto alla proposta per consentire un minimo di sostentamento per sé e per la sua famiglia. I clienti, invece, arrivavano anche dalla provincia. Alcuni anche noti professionisti, altri molto avanti con gli anni. Le tariffe andavano dai 10 ai 100 euro a seconda delle prestazioni, che avvenivano stesso all’interno del circolo.

L’uomo, infatti, era riuscito a ricavare all’interno una sala con tanto di camera da letto e servizi igienici. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche sono arrivati altri indizi per l’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli. I clienti, infatti, venivano avvisati talvolta anche con una telefonata. Il gestore del locale, però, al telefono faceva molta attenzione a non nominare mai le ragazzine, ma stando a quanto è emerso dall’attività di indagine, riusciva comunque a dare indicazioni ai clienti, così da soddisfare le loro richieste.

Questa mattina, oltre a dare esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura Distrettuale di Napoli, nei confronti dei tre soggetti, per induzione e sfruttamento della prostituzione minorile, atti sessuali a pagamento con minori, violazione della legge “Merlin” sulla prostituzione, sono stati anche apposti i sigilli al circolo, all’interno del quale i carabinieri hanno rinvenuto la somma di 13mila euro.

Le indagini, a quanto pare, non sono concluse. Clienti facoltosi e professionisti, che erano soliti frequentare il circolo per quelle particolari prestazioni, potrebbero essere individuati nei prossimi giorni. Nel frattempo il comandante provinciale dei carabinieri di Avellino, il colonnello Massimo Cagnazzo, ha lanciato un appello chiedendo massima collaborazione alle studentesse e alle loro famiglie, che in questa vicenda erano completamente ignare di quanto stava accadendo alle loro figlie: “Sappiamo di situazioni di disagio economico, ma il nostro appello a collaborare – dice – è rivolto alle famiglie per aiutarci a individuare tutte le situazioni a rischio”.