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Benevento – Scorrono le immagini e i ricordi, quelli di una vita vissuta col sorriso in un arco temporale breve ma intenso. Carmelo Imbriani oggi avrebbe compiuto 42 anni, ricorrenza a cui è stato concesso un caloroso tributo nell’ambito della presentazione del docu-film a lui dedicato dal titolo “Volevo essere Imbriani”, proiettato in anteprima al Multisala Gaveli di Benevento. All’appuntamento hanno preso parte tanti amici di Carmelo e diverse personalità che lo hanno accompagnato nella sua carriera di calciatore. Gli interventi in sala si sono alternati a testimonianze e letture. Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, è stato il primo a prendere la parola sul palco: “Non parlo da primo cittadino del capoluogo, ma da parente di Carmelo. Lui rappresenterà per sempre i valori della provincia. Quelli sani, quelli genuini, che non prevedono scorciatoie ma solo tanta fatica e sacrifici per emergere. Mi ha reso orgoglioso di essere suo zio”.

Parole dolci anche quelle del medico sociale del Napoli Alfonso De Nicola, uno dei protagonisti del docu-film, autore di un pensiero letto da una voce fuori campo: “Non si è mai scomposto, in un mondo come quello del calcio è una rarità. Carmelo era onesto, integro e sempre disposto a spendere una parola per gli altri. Non ha mai parlato male di nessuno, si è fatto amare da tutti”. Parole condivise anche da chi sul palco è intervenuto come il massaggiatore Salvatore Carmando, che ha raccontato un aneddoto particolare: “Boskov durante un Torino-Napoli mi chiese di far scaldare Imbriani, voleva farlo entrare. Io provai a spiegargli che era stata sua la scelta di mandarlo in tribuna, e che quindi la cosa era infattibile. Lui mi rispose che dovevo andare a prenderlo in tribuna perché gli sarebbe servito in campo. Mi venne da ridere, è una scena che porterò sempre nel mio cuore”.

Lungo e toccante l’omaggio di Luigi Pavarese, segretario del Napoli ai tempi dei due scudetti e direttore sportivo degli azzurri nella stagione ’95/’96: “Avevo praticamente chiuso per Filippo Inzaghi, ma Boskov mi disse che avevamo già Imbriani e che non gli serviva. In particolare ricordo una trasferta a Bergamo in cui soffrimmo da matti nonostante fossimo in vantaggio per uno a zero. Dissi a Boskov che forse sarebbe stato meglio mettere un difensore, Colonnese, e togliere Imbriani. Lui mi rispose malissimo, e infatti ebbe ragione. Imbriani segnò su una ripartenza pochi minuti dopo e corse ad abbracciarmi. Io gli dissi che non doveva perché se fosse stato per me lo avremmo sostituito, ma lui mi rispose che l’abbraccio allora è era ancora più meritato”.

Pavarese nel suo intervento ha letto anche un lungo dialogo immaginario con Carmelo. “L’ho scritto dopo aver ascoltato l’inedito di Lucio Dalla cantato a Sanremo, Almeno Pensami. Ho sognato di girare con Carmelo per i suoi luoghi, tra la sua gente. Ero felice di stare con lui, mi ha emozionato”.

Tra i compagni di Carmelo Imbriani nella sua esperienza al Napoli, anche Alessandro Sbrizzo: “Sono onorato di essere qui, ho ricordi di Carmelo fin dalle giovanili, quando prendevamo il treno insieme e mi confidava le sue difficoltà a vivere lontano da casa e dagli affetti. E’ sempre stato un uomo disponibile nell’aiutare gli altri, ha lasciato un ricordo solido e un’eredità importante. Spesso nella vita ci preoccupiamo di vivere a lungo, ma la cosa importante è lasciare un segno nel cuore di chi ci è accanto. Ci si dimentica che noi calciatori, oltre a fare quel mestiere, siamo anche altro. Carmelo ha dato tantissimo al di fuori del campo, sarà ricordato per sempre”.

In rappresentanza della tifoseria del Benevento Calcio a parlare è stato invece Ennio Calabrese, storico tifoso giallorosso: “Carmelo per noi non era un calciatore come gli altri, sarà sempre il nostro unico capitano. Ci sentivamo dopo le partite, le commentavamo insieme, è senza dubbio il simbolo di un calcio che non c’è più. Con il Crotone gli dedicheremo una coreografia, è il minimo che possiamo fare”.

Infine, il delegato provinciale del Coni di Benevento, Mario Collarile, ha riportato alla luce la consegna del Gladiatore d’oro ad Imbriani: “Era l’anno 2008, gli attribuimmo un premio che riteniamo molto importante. Salì sul palco molto emozionato, mi strinse il braccio. Aveva la sua classica faccia da bravo ragazzo, impossibile non volergli bene”.