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Benevento – Tutti i giorni avanti e indietro, da Benevento a Castel Volturno e viceversa. Ma il contachilometri in certi casi è rimpiazzato dalla frequenza dei battiti azzurri. Sono loro, insieme alla meticolosità del lavoro messo a disposizione di Maurizio Sarri, a scandire le giornate di Massimo Buono, uno dei cinque fisioterapisti del Napoli nello staff del professor De Nicola. Quello in programma tra qualche ora al San Paolo sarà un derby del cuore per tanti, ma per lui un po’ di più. E’ nato a Telese, ma dopo il matrimonio si è trasferito a a Benevento dove vive con la moglie Antonella e le sue due figlie. Percorre ormai con straordinaria naturalezza la strada che separa casa sua dal centro sportivo del Napoli. Domani il navigatore traccerà però il percorso dei grandi appuntamenti, quello con destinazione Fuorigrotta, stadio San Paolo. “Devo dire che mi fa un certo effetto pensare di affrontare il Benevento. E’ un match diverso da tutti gli altri, soprattutto per me”, ammette con estrema sincerità.

Verrebbe spontaneo chiedergli per chi farà il tifo, ma parlare di fede e compararla alle origini è quanto mai fuori luogo: “Da buon professionista devo per forza dire che il lavoro quotidiano non può essere sottovalutato. Certo, sono un tifoso del Napoli da sempre, in virtù della passione tramandatami da mio padre e per via del mito di Maradona. Avevo 14 anni quando sbarcò a Napoli, ricordo alla perfezione le emozioni di quel giorno. Ma queste sono cose che, ci crediate o no, restano fuori dal lavoro quotidiano di cui parlavo. C’è coinvolgimento, ma bisogna avere la forza di arginarlo e renderlo complementare a tutto il resto senza far sì che le emozioni prevalgano. Solo così che si può ragionare di squadra e pensare di raggiungere risultati ambiziosi”.

E quest’anno non c’è trasferta più comoda di quella a due passi da casa: “E’ vero, se penso che a Benevento verrò in trasferta un po’ mi viene da sorridere. Scherzi a parte, sono stato felicissimo di questa promozione in A e spero che il Benevento vi resti per svariati anni. Quella giallorossa è una società seria, solida, che può mantenere la categoria. Ma guai a farmi parlare di aspetti tecnici, non mi sento per nulla in grado di attribuire percentuali di salvezza”.

Umile ma deciso, Massimo Buono ha coinvolto anche i calciatori azzurri lo scorso anno al seguito della cavalcata giallorossa:Ormai era diventata più una fissazione loro che mia. Ogni volta mi chiedevano che avesse fatto il Benevento, volevano sapere dettagli e risultati. Sono stati entusiasti della promozione della squadra di Baroni, hanno pensato subito al derby, accogliendola  in maniera davvero simpatica. Devo dire che di quei ragazzi stupisce l’umanità. Da Mertens ad Hamsik, si tratta di grandi professionisti sia dentro che fuori dal campo. Se ho un preferito? Sì, e non lo nascondo: Raul Albiol. Sono molto legato a lui, è una persona che fa del rispetto il suo credo”.

Avevamo fatto un patto: niente domande specifiche sul derby, dunque anche nessun pronostico: “Quelli non competono a me, a ognuno il suo. Dico solo che è arrivato il momento di sfidarsi e che spero con tutto il cuore che sarà una grande giornata di sport. Il resto lo dirà il terreno del San Paolo”. Quando domani Massimo lo calpesterà, vivrà certamente qualcosa di unico.