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Benevento – Bisognerà vedere, prima di tutto, se De Zerbi deciderà o meno di puntare su di lui ma la sfida di sabato pomeriggio sarà indubbiamente quella di Danilo Cataldi. Se l’intento di inizio stagione era quello di riconquistare la Lazio, la missione fino ad ora è stata un buco nell’acqua. Il centrocampista non è stato capace di prendere per mano la compagine sannita nel suo primo anno di serie A, finendo col farsi trascinare nel tritacarne della critica. L’acquisto più cospicuo dell’estate beneventana ha fallito (non solo per colpa sua, sia chiaro), ma alle qualità tecniche che in molti gli hanno sempre riconosciuto non hanno fatto seguito qualità mentali, da leader. Il peso delle aspettative ha gravato su un ragazzo di quasi 24 anni, intorno al quale la situazione è iniziata improvvisamente a precipitare.

L’uomo sul quale la Lazio, a detta di molti, avrebbe dovuto costruito il proprio futuro si è smarrito. Sei mesi al Genoa non sono bastati alla società del presidente Lotito per convincersi a riportarlo a casa, colpa anche di un feeling mai propriamente sbocciato con il tecnico Inzaghi. L’esperienza all’ombra della Lanterna è servita, invece, a inasprire i rapporti con  tifosi biancocelesti. Tutta colpa di un’esultanza giudicata esagerata ed eccessiva dal popolo laziale al momento del 2 a 1 di Pandev nel confronto dello scorso campionato andato in scena a “Marassi“.

Sabato, invece, sarà la prima volta da avversario all'”Olimpico” per il centrocampista romano classe 1994. Sarà l’occasione per provare a fare nuovamente colpo sulla Lazio, inducendola a riportarlo in quella casa abitata dal 2006, quando i dirigenti capitolini lo strapparono all’Ottavia. Sarà una delle ultime opportunità per Cataldi, che a gennaio aveva accarezzato l’idea di riabbracciare alla Fiorentina il mentore Pioli, l’uomo capace di farne emergere le proprie qualità. Proverà a riconquistare la squadra alla quale appartiene il cartellino ma, prima di tutto, Cataldi dovrà riconquistare De Zerbi perché nel frattempo nel Benevento le gerarchie sono cambiate e quella fase involutiva in cui si è ritrovato l’ha portato ad accomodarsi in panchina.