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‘’Il Def del Governo Gentiloni non è, per usare termini scolastici, rimandato, bensì completamente bocciato. Spicca, oltre i grandi paroloni che il ministro Padoan e lo stesso Gentiloni hanno pronunciato, la mancanza di risorse sufficienti per finanziare quanto il governo vorrebbe inserire nella manovra. Senza mezzi termini, mi sembra di essere davanti all’ennesima presa in giro.’’

Si apre così il duro commento dell’On. Nunzia De Girolamo, deputata di Forza Italia, dopo l’approvazione da parte del Parlamento della risoluzione di maggioranza sulla nota di aggiornamento del Def 2017 e della risoluzione che autorizza lo scostamento dal piano di rientro dal deficit di bilancio.

‘’Basterebbe guardare ai numeri – prosegue la parlamentare azzurra – per essere consapevoli che la manovra sarà l’ennesimo buco nell’acqua. Se badiamo infatti al fattore più importante, quello della crescita, notiamo chiaramente come nel 2018 in Italia tale fattore si attesterà attorno all’1,5% quando in Europa si viaggerà ad una media del 2,2% . Ancor peggio se guardiamo agli anni successivi: nel 2019 la crescita scenderà all’1,2%, caduta ancora più in basso sara quella del 2020, quando si scenderà all’1,1%. I dati numerici dunque – incalza la De Girolamo – bocciano completamente questa manovra. In verità, se lo si legge bene, si evince un’ indiretta ammissione di colpa: il governo è consapevole che la crescita diminuirà e per questo lo scrive. Così come risulta essere solo rinviato l’aumento dell’IVA. L’amara constatazione è che in questo Def tutto ciò che ci sarebbe dovuto essere, non c’è. Mancano, ad esempio, investimenti seri per la scuola, per la ricerca e l’università. Questo è un dato estremamente significativo sul quale bisogna ragionare. Un Paese che non investe nell’istruzione – tuona la deputata forzista – non ha futuro.

Così come, non risultato tagli di spesa significativi. Il tutto si riduce infatti a 3 miliardi, la restante parte verrebbe recuperata con una maggiore flessibilità o con rottamazioni fiscali o eventuali condoni. Il tutto si riduce, per essere ancora più chiari, ad una disponibilità concreta al massimo di 5 miliardi, lo 0.3% del Pil. Una cifra irrisoria che dovrebbe essere utilizzata per affrontare tante emergenze.

Come ha fatto notare, giustamente, anche la Corte dei Conti, anche la spending review effettuata risulta essere completamente inadeguata perché dettata da esigenze di breve periodo. L’azione del Governo è ormai chiara: tagli su infrastrutture e servizi essenziali anziché focalizzarsi  – conclude la deputata Nunzia De Girolamo – sul taglio dei numerosi sprechi che si annidano nella spesa corrente”.