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Una decina di giorni fa avrebbero potuto progettare insieme anche una vacanza fuori stagione. Roberto De Zerbi e Diego Lopez, entrambi a spasso, ambedue scottati dall’ultima esperienza in massima serie a Palermo, quando probabilmente di serie A di quell’avventura era rimasto ben poco. Perchè, come da protocollo, Zamparini il mangiallenatori li assunse e li mandò via, dopo una serie di risultati evidentemente negativi (Ballardini iniziò la stagione, Corini e Bortoluzzi non fecero molto meglio). I due non si incrociarono, perchè intervallati da Corini; domani invece si incontreranno, si sfideranno in una gara che per De Zerbi vale il secondo esordio in A dell a sua carriera. 

La prima avvenne contro il Napoli al “Barbera” (sconfitta 0-3), e lo stesso avversario toccò al Palermo uruguagio di Lopez, che, in occasione del girone i ritorno, bloccò i partenopei al “San Paolo” dopo una gara tutto cuore e catenaccio ed un pari di Martens con palese complicità di Posavec. A dire il vero entrambi iniziarono bene la loro avventura: il tecnico bresciano pareggiò subito dopo a Pescara col Crotone, sbancò Bergamo, mise sotto la Juventus ma perse per un autogol di Goldaniga, prima di farsi raggiungere al 95′ dalla Samp a “Marassi”,  dopodichè il suo Palermo infilò sette ko di fila e dopo l’eliminazione in Coppa Italia, Garfield andò a casa. L’uruguagio partì addirittura meglio, dopo il pari di Napoli riuscì a battere il Crotone davanti il suo pubblico, poi dopo altre otto gare e un punto racimolato, fu esonerato. 

Domani si ritroveranno di fronte, questa volta senza l’ansia di essere sollevati dall’incarico. La loro esperienza è appena iniziata e hanno tempi relativamente lunghi per dimostrare il loro impatto sui rispettivi club. La differenza sostanziale sta nell’accoglienza in “patria”: Diego Lopez ha giocato 317 gare col Cagliari, ha già allenato il settore giovanile ed è amato almeno quanto il pane carasau. Per De Zerbi il discorso è opposto: da sempre rivale del Benevento, poco amato nel Sannio che ora spera si trasformare fischi e striscioni in applausi e lusinghe.