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Benevento – Giratela come volete, mettetela allo specchio, variate gli interpreti e poi guardatela col cuore. Quell’azione lì, quel gol lì, scoprirete di averlo già visto da qualche altra parte, sotto la stessa curva, seguito dall’identico boato. Cheick Diabaté non è Fabio Ceravolo, e ci mancherebbe che non ve ne siate già accorti. Un omone di circa due metri, dalle leve lunghe, nato in un luogo distante migliaia di chilometri rispetto a quello in cui la Belva ha visto la luce per la prima volta. Maliano di Bamako il primo, calabrese di Locri il secondo. Sono agli antipodi per caratteristiche tecniche e fisiche, ma da poche ore una zolla di terreno li accomuna. E’ quella davanti alla porta lato Curva Sud, palcoscenico di un nuovo, entusiasmante appuntamento con la storia. Qualche mese fa proprio lì Ceravolo rilanciò le speranze del Benevento in chiave play off, staccando di fatto il ticket per una post season nella quale il Benevento avrebbe dominato gli avversari. Ieri, a pochi minuti dalle ore 17, la scossa tellurica ha avuto nuovamente come epicentro quel rettangolo d’erba che pare fatto apposta per i miracoli. Stavolta a vestire i panni di Eramo è stato il roccioso Djimsiti, assistman improvvisato dalla fronte evidentemente abbastanza lucida. Da lì in poi è stato un susseguirsi di sospiri, con la palla che arriva a Diabatè, compie un rimbalzo impercettibile ed impatta con il piede destro del centravanti. La corsa e l’abbraccio coinvolgono tutta la panchina trasferendosi immediatamente sugli spalti. Seguono momenti di apprensione pensando al Var, che in un tempo non troppo lontano negò a Lucioni la gioia più bella contro il Bologna. Poi Rocchi dà l’ok e inizia una partita lunga altri quattro interminabili minuti. Ricca di pathos, incubi e imprecazioni. Poi tutto finisce, lo stadio esplode di gioia e tra i giornalisti emerge su tutte una voce familiare. Quella di Antonio Nucera, telecronista di Sky Sport incaricato a seguire la partita nel Sannio. Coincidenza: il suo racconto scandì i tempi anche di Benevento-Frosinone. Sì, la partita di Ceravolo al novantacinquesimo. Ma vuoi vedere che i miracoli esistono davvero?