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Si è riunita ieri l’assemblea dei sindaci dell’Alto Calore. A prendere la parola anche il sindaco di San Nicola Manfredi, nonché coordinatore provinciale di Forza Italia, Fernando Errico, che in un durissimo intervento contro l’attuale gestione della società, ha ribadito quanto annunciato nei giorni scorsi.

Di sequito l’intervento integrale.

’Cari colleghi, cari soci, al di là del mio intervento verbale, visto l’odg dell’assemblea odierna, ho ritenuto assolutamente necessario lasciare una traccia formale del mio personale disappunto, ovviamente nella qualità di socio,  su quanto si sta determinando oggi, invitandovi a condividerne il contenuto, perché ognuno di voi si associ in una sostanziale azione di repulsa e di contestazione, sia del modus operandi del Cda e dal Presidente della NOSTRA società, che del merito  degli atti in discussione.

Preciso che il mio intervento, pur avendo evidentemente anche carattere politico, non fa alcun riferimento oggi a posizioni di appartenenza, che ognuno di noi ha. Il mio invito a tutti è che si spogli oggi dei ruoli di  appartenenza partitica e si discuta finalmente tutti insieme dei problemi.

Richiedo, perciò, fin da ora che questa mia nota venga allegata al verbale dell’assemblea e notificata a tutti i soci assenti, mentre contestualmente comunico che provvederò a trasmettere la stessa a tutti gli organi istituzionali e giurisdizionali che esercitano qualsiasi tipo di controllo sugli atti societari.

Premetto ancora, che, pervenutami la laconica comunicazione dell’indizione dell’assemblea e visto l’argomento di straordinaria amministrazione al primo punto dell’odg, ho provveduto a richiedere a mezzo PEC in data 21 dicembre la trasmissione degli atti allegati e da porre in discussione, ovviamente sia della parte riguardante il primo che secondo punto del citato  odg.

Non avendo avuto alcun riscontro alla mia richiesta di socio ritengo che l’assemblea di oggi non possa determinarsi su nessuno dei due argomenti.

Nel merito, al di là della manifesta illegittimità procedurale, ritengo doveroso esprimere quantomeno il mio più totale rammarico  a ché la modifica sostanziale dello statuto ci venga inopinatamente sottoposto in visione allo scadere di un anno disgraziato per il servizio, anzi direi dell’assoluto disservizio idrico, di cui sono stati oggetto i nostri amministrati. Senza fare troppa ironia sulla scadenza temporale dell’assemblea, a poche ore dal fatidico cenone di San Silvestro con inclusi fuochi pirotecnici ed eliminazione beneaugurale di piatti e cocci vari, direi che questo cadeau dal Cda e dall’ineffabile presidente non ce lo aspettavamo, né tantomeno lo meritiamo per  quanto abbiamo sofferto insieme a tutti gli altri soci e concittadini.

Prima di esprimere il mio giudizio sul contenuto della proposta richiedo, solo in termini di utile conoscenza e informale discussione degli atti all’odg, l’inversione dell’ordine del giorno, perchè, dalle notizie che immagino ci accinge dare il Presidente in merito alla “situazione economica e finanziaria della Società-informativa CdA e determinazioni”, certamente trarremo utili indicazioni sul rigetto completo della proposta di  adeguamento dello statuto.

La situazione finanziaria della società è drammatica. Ci risulta che oramai i fornitori si rifiutano da tempo di effettuare nuove e necessarie consegne di materiali per le riparazioni delle reti, sulla cui vetustà l’esimio presidente non trascura mai di richiamare le nostre responsabilità in ordine al mancato ammodernamento delle stesse. Parimenti anche il numero di riparazioni invece di essere di conseguenza aumentate rispetto agli anni pregressi, sono consistentemente diminuite; ciò, sembra anche per il diniego delle imprese appaltatrici di aumentare ulteriormente  i loro crediti sui lavori effettuati. E per tutto ciò il presidente, tra una conferenza stampa, una visIta alle Tv ed altre scorrerie  varie su social e cose simili, si comporta come se, dopo quattro anni di sua permanenza al vertice della società, sia improvvisamente rimasto folgorato da questa triste realtà del nostro sistema per il quale ha solo incrementato le tariffe, ma mai effettuato investimenti significativi a fronte di aumenti di oltre il 20%. Giungono all’orecchio continue voci circa l’arrivo di caterve di decreti ingiuntivi, alcuni multimilionari e richieste delle banche di rientrare nei fidi concessi. Insomma, si appalesa un disastro che rischia di colpire la società, i soci, il personale dipendente e noi stessi, rappresentati legali dei soci, per responsabilità oggettive. Sembra che anche per i contributi previdenziali vi siano debiti milionari.

E vi dirò appresso  perché è necessario acquisire la verità sui conti della nostra società, che trova anche risvolti conseguenziali nel rigetto della proposta di modifica dello statuto.

Anzitutto, dal punta di vista procedurale, e ci sono sentenze e deliberazioni della Corte dei Conti sull’argomento, le modifiche sostanziali statutarie, pur in aderenza ad obblighi legislativi, sono comunque per diritto di conoscenza e valutazione di competenza dei nostri consigli comunali.

Non abbiamo la delega, quantomeno morale, a modificare in misura cosi sostanziale lo statuto societario.

Circa l’intempestività della convocazione odierna, rammento al Cda, al collegio sindacale, nonché alla commissione del controllo analogo, presieduto dall’amico sindaco di Ariano, che il termine per l’adeguamento dello statuto al contenuto del Decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175

“Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica” meglio noto come decreto Madia, era fissato al 31/07/2017. Tutto ciò, a meno che il presidente abbia trasformato, senza che i soci lo sapessero, e visto l’andamento tenuto poteva pure esserci capitato questo, la società pubblica in società mista!

Leggendo rapidamente lo statuto, che mi sono dovuto procurare presso soci più fortunati, noto tante parti non accettabili, dalla presunzione che la nostra società sia un gestore del Servizio Idrico integrato, quando mancano quasi del tutto i rami di gestione fognaria e depurativa, alla perlomeno risibile norma transitoria che contempla, al di là del desiderio di noi tutti, l’autodeterminazione dell’affidamento del servizio idrico integrato, almeno fino all’anno 2050; tutto ciò basato su un’interpretazione alquanto approssimativa, per utilizzare un termine eufemistico, di una vecchia deliberazione dell’ATO e di una presunta aderenza alla legge  di riordino del settore n.15/2015. Non è così e lo sa bene il presidente; non lesina però il tentativo di farci passare per autentici beoti, che approvano un documento di una rilevanza così straordinaria, così in un’assemblea in seconda convocazione di fine d’anno.

Rinviando l’analisi di dettaglio della proposta di modifica statutaria ai nostri consigli comunali, non posso fare a meno di evidenziare una carenza o dimenticanza che sia e l’improponibile rinunzia alla presenza di un adeguato Consiglio di Amministrazione nella gestione della società.

Per quanto riguarda la palese omissione o dimenticanza, definiamola così, di una parte fondamentale sul controllo della gestione societaria, rilevo che non vi è traccia alcuna del disposto del citato decreto Madia, in dettaglio il comma 2 dell’art.6 (Art. 6. Principi fondamentali sull’organizzazione e sulla gestione delle società a controllo pubblico) e l’intero art.14(Art. 14. Crisi d’impresa di società a partecipazione pubblica), il cui contenuto ritengo utile allegare in calce alla presente. Tali postulati disciplinano gli obblighi degli amministratori di avvisare formalmente i soci sul rischio di crisi aziendale per evitare pericoli di improvvisi default delle società ed i cui risvolti si riverserebbero sui singoli soci, con conseguenze che sono facili immaginare. Tutto ciò con proposte di modifiche gestionali reali e non  con iniziative a carico dei soci. Ebbene di quanto sopra nello statuto, mentre si parla di poteri ampi delegati all’Organo decisionale e di ovvietà, non c’è traccia alcuna sull’obbligo di adozione di tali misure. Eppure erano già state introdotte dalla legge di riforma del diritto fallimentare!

Sull’altro punto fondamentale dell’individuazione dell’Organo ammnistrativo societario, vediamo che si introduce la figura dell’Amministratore Unico a  capo del sistema amministrativo e gestionale. precisato che la norma al 2 comma dell’art.11 (art. 11. Organi amministrativi e di controllo delle società a controllo pubblico) prevede che “di norma” l’organo amministrativo è costituito dall’amministratore unico, va evidenziato come il successivo comma 3 consente all’assemblea di adottare determinazione motivata affinchè ”la società sia amministrata da un consiglio di amministrazione composto da tre o cinque membri”. Proprio la negativa esperienza di un cda ridotta tre elementi con il presidente anche con funzioni di Ad ci induce al totale rigetto della proposta dell’amministratore unico, per l’inadeguatezza nel rapporto con il territorio e con la platea di 126 soci, tutti con diritto ad essere costantemente informati su ogni azione della società e non apprendere dai giornali e tv di iniziative connesse ai mancati pagamenti di stipendi, liste di mobilità frammiste a liste di proscrizione di alcuni dipendenti. Era questa la famosa “SVOLTA” preannunciata nel 2014? No, dott. De Stefano, siamo contrari al suo improvvido modo i gestire la NOSTRA società.’’