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Benevento – Li aveva attesi e desiderati, adesso rischia seriamente di vederli bruciarsi. Marco Baroni ha dovuto aspettare l’ultimo giorno di mercato per ottenere i rinforzi sperati per poter credere alla salvezza dopo due buone prestazioni contro Sampdoria e Bologna. La società ha deciso di accontentarlo ma quando si arriva con l’acqua alla gola si è costretti ad accantonare le pretese, cercando di prendere quel po’ di buono che il calciomercato ancora offre. Il Benevento sembrava esserci riuscito, sette colpi in rapida successione per alzare il livello della rosa, per provare a trasformare i complimenti in punti necessari per ambire alla permanenza nella massima serie.

Sette volti nuovi che necessitavano però di tempo per integrarsi agli schemi del nuovo tecnico e soprattutto per ritrovare quella condizione indispensabile per affrontare il campionato. Escluso Memushaj, già uomo di Baroni in passato e l’unico reduce da una stagione con all’attivo più di trenta partite (38 tra campionato e Coppa Italia con il Pescara), tutti gli altri dovevano oliare forma fisica e meccanismi. Tempo che l’emergenza ha cancellato. Gli infortuni di Costa, Djimsiti, D’Alessandro e Ciciretti, gli stenti di Chibsah e Viola e la squalifica di Lucioni hanno accelerato il processo di inserimento dei nuovi e a risentirne è stato inevitabilmente il gioco del Benevento.

I complimenti si sono così trasformati in sfotto’. La speranza ha lasciato il posto alla rassegnazione. Il destino del Benevento sembrerebbe essere segnato ma la speranza è da sempre l’ultima a morire. Lo insegna proprio il Crotone, giustiziere della Strega e capace di compiere una rimonta incredibile nella passata stagione. La verità è che servirebbe un successo agli uomini di Baroni ma pensare attualmente che questa squadra possa battere l’Inter appare fantascienza. Muovere la classifica vorrebbe dire arrivare alla seconda sosta di campionato con il morale risollevato e con una fiducia ritrovata. Quindici giorni utili per lavorare, per ritrovare stimoli, condizione fisica e per provare a recuperare qualche infortunato.

D’Alessandro e Ciciretti restano imprescindibili per il Benevento ma occorre trovare un rimedio anche agli errori commessi. Antei in carriera ha subito due rotture del legamento crociato del ginocchio destro e l’anno scorso tra campionato, Europa League e Coppa Italia ha disputato 18 partite. Laazar in Inghilterra ha giocato solo quattro volte, scendendo in campo per appena 36 minuti. Iemmello ha vestito la maglia da titolare in appena tre occasioni su 17 presenze, realizzando cinque reti. Tre sono state anche le presenze dal primo minuto di Lombardi e quelle complessive di Parigini (36′ in totale) nel loro primo campionato di A. L’ex Lazio ha chiuso con 18 gettoni e una sola rete, l’esterno arrivato dal Torino ha salutato la A e il Chievo a gennaio per andare a Bari (18 presenze, 8 da titolare e una sola rete). Ha giocato molto di più lo svedese Armenteros con l’Heracles, 29 apparizioni e ben 19 gol al proprio attivo. L‘Eredivise, però, non è la serie A e l’attaccante di origini cubane necessitava di tempo per integrarsi e per capire il calcio italiano. Quello stesso tempo che Baroni e il Benevento sembrerebbero non avere più.