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Benevento – C’è stato un tempo in cui la serie A da queste parti era ben altra cosa. Non un campionato da giocare, fantasticando magari sul fatto che alla vigilia si sarebbero avute le stesse possibilità di Napoli e Juventus di raggiungere lo Scudetto. Neanche un torneo in cui lottare fino in fondo – con un altro mucchietto di squadre – per raggiungere la tanto agognata salvezza.

C’è stato un tempo in cui a Benevento la serie A aveva un volto gioioso, leale, sempre sorridente. Un volto che rispondeva a un nome e un cognome che i tifosi giallorossi più appassionati non dimenticheranno mai, quello di Komi Tchangai.

Difensore togolese, classe ’78, arrivò nel Sannio dall’Udinese nel 2002 andando ad infoltire una squadra che lottava per ben figurare nel campionato di serie C1. Vi sarebbe rimasto fino al 2006, vivendo momenti intensi,  cadute e risalite.

Lo Sporting lo ingaggiò dal club friulano che lo aveva portato in Italia nel 2002 senza tuttavia farlo mai esordire. Nel 2006 avrebbe partecipato ai Mondiali di Germania che videro proprio l’Italia trionfare in finale contro la Francia. Il suo Togo, inserito nel girone dei transalpini ed eliminato dopo le prime tre gare, diventò la seconda Nazionale di tutti i sanniti, che in quel momento testarono con mano quanto l’onore e la dignità siano concetti differenti dal numero di punti. Quel Togo non ne collezionò alcuno, fece un solo gol e ne incassò sei nel giro di sole tre gare. Ma chiuse a testa alta.

Komi non c’è più dall’8 agosto del 2008, ci lasciò nel giorno del suo trentesimo compleanno. Le cause di un evento che fece in un attimo il giro del mondo non sono state mai chiarite del tutto. I tifosi giallorossi, in occasione della sfida casalinga contro il Gela, gli tributarono uno striscione semplice ma conciso: “Con te mai domi, ciao Komi”. Parole volte a racchiudere lo spirito di un lottatore che per Benevento fu una bandiera.

Rimase in giallorosso nonostante il fallimento societario del 2005, scese di categoria, si sentiva un beneventano acquisito. E fu ambasciatore del Sannio ai Mondiali, dove sotto la maglia del Togo ne indossava un’altra, forse invisibile ma incollata al torace, di colore giallorosso. Ottantasei presenze e un gol, indimenticabile, a Martina Franca. Domenica sulla Dacia Arena saranno puntati anche i suoi occhi. L’Udinese che gli fece conoscere l’Italia, contro il suo Benevento, il cui nome fu fiero di portare in giro per il mondo. E allora, Komi, buon divertimento.