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Benevento –  L’Amministrazione dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli , attraverso una nota stampa che pubblichiamo integralmente, replica alle sigle sindacali sulle questioni relative alle dotazioni organiche:

“Con riferimento all’oggetto, si evidenzia preliminarmente che le  questioni da Voi rappresentate sono state ampiamente e più volte trattate. Inoltre, la sistematica ricorrenza delle Vs. comunicazioni – quattro nella sola giornata del 2.1. u.s. e comunque non suffragate da alcun fondamento – è sintomatica di mera pretestuosità. 

Quanto alle dotazioni organiche dell’Ospedale Sacro Cuore: esse sono conformi alle necessità assistenziali, ai carichi di lavoro e alle norme di legge là ove previste. Viene fornito all’utenza un qualificato servizio, diversamente da quanto da Voi ripetutamente asserito anche sugli organi di stampa. La relativa documentazione Vi è stata già fornita, sia da questa Amministrazione (più volte) sia dalla ASL di Benevento.

 Quanto alla mancanza nell’elenco della ASL del Direttore Amministrativo: il Dott. Giovanni Carozza è Direttore Amministrativo e Affari Generali dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù dal gennaio 2005, le comunicazioni degli organici alla ASL sono effettuate a Sua firma, non vi è alcuno in Ospedale che dubiti della Sua esistenza; peraltro la mancanza del Suo nome in organico è del tutto irrilevante ai fini della valutazione sui carichi di lavoro.

 Quanto all’affermazione secondo cui nei reparti di Cardiologia, Medicina e Ortopedia manchino le figure di ausiliario/ota da cui l’interrogativo su come abbia potuto la ASL, in loro assenza, “accreditare l’Ospedale Sacro Cuore di Gesù mancando i requisiti minimi previsti dalla legge” : se ne evidenzia l’estrema gravità, posto che: nei raparti in questione, il servizio di ausiliariato è notoriamente affidato, del tutto legittimamente, ad una ditta esterna. Tale circostanza Vi è stata più volte rappresentata e comunque non può essere a Voi sconosciuta.

 Quanto alla questione del trasporto della salme: si ribadisce che l’Ospedale ha semplicemente dato attuazione alla Legge Regionale n. 7/2013. Non risultano criticità in proposito.

Si esclude poi categoricamente che gli infermieri svolgano mansioni dei medici o non appartenenti al proprio profilo professionale. Le stesse espressioni da Voi usate (“….espleterebbero……. nel caso che le lamentele si dimostrassero veritiere …..”) denotano l’assenza di prova di quanto lamentato.

Quanto, poi, alla presunta problematica organizzativa connessa alla gestione delle assenze per permessi handicap si rileva che il personale che fruisce dei permessi handicap è pari a 54 risorse, anziché 102 come da Voi erroneamente dichiarato.

Non vi è alcun aggravio di lavoro per i dipendenti che non beneficiano dei permessi handicap.

Del resto, nessuna Azienda assume risorse in sovrannumero per far fronte ad assenze brevi e spesso improvvise di dipendenti a qualunque titolo effettuate (es. permessi handicap, malattia, permessi sindacali, ecc.).

Pur tuttavia i carichi di lavoro tengono adeguatamente conto a monte di una congrua percentuale di assenze.

Questa Amministrazione garantisce la fruizione delle ferie e dei recuperi compensativi ai dipendenti ed ogni altra tutela contrattuale. Infine, quanto al presunto stato di agitazione connesso ai carichi di lavoro delle sedute operatorie – proclamato a seguito dell’assemblea dei lavoratori cui hanno partecipato, peraltro, solo venti persone circa (notizia e foto dell’assemblea riportate dagli organi di stampa) – devesi rappresentare che i limitati e contenuti prolungamenti delle stesse non corrispondono al quadro da Voi descritto.

Dispiace rilevare che codeste OO.SS., ancora una volta,  diffondano notizie non rispondenti al vero,  denigrando così l’immagine dell’Ospedale e mettendo in discussione il buon nome dello stesso e di chi ogni giorno collabora al Suo interno per fornire alla popolazione una assistenza qualificata, fino a rischiare di compromettere l’esistenza della struttura e la stessa occupazione di chi in essa opera.

Per quanto sopra, si avverte che il perdurare di tale condotta volta alla divulgazione di visioni quanto meno distorte della realtà è oggetto di valutazione nelle sedi opportune, per l’assunzione di possibili iniziative a carico dei responsabili”.