- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Ponte – La sfida tra Ponte e Carotenuto di Promozione ha segnato il ritorno di Sasà Montaperto all’Ocone, sullo stesso rettangolo di gioco dove l’esperto attaccante aveva contribuito a rendere grande il Torrecuso. Un tuffo nel passato per lo stesso giocatore ma anche e soprattutto per i nostalgici di un calcio sannita che oramai non c’è più. Prima della sfida con i giallorossi di Candrina, Montaperto si è intrattenuto con Filippo Zotti e Andrea Rillo, lo storico direttore sportivo della formazione rossoblu e il figlio di Fulvio Rillo. Sul manto verde le cose non sono andate esattamente come auspicato. Montaperto non è riuscito a lasciare il segno, venendo sostituito al minuto numero 58 per lasciare spazio a Giulio Fusco, tra l’altro autore dell’illusorio vantaggio della compagine irpina.

Quarant’anni compiuti lo scorso marzo, Montaperto dimostra di avere ancora voglia di calcio e dalle parti dell’Ocone qualcuno non ha certamente dimenticato i 29 centri con addosso la maglia del Torrecuso. Quello storico e più importante, del resto, porta proprio la sua firma. Era il 16 giugno 2013, il Torrecuso di Santosuosso era sotto sul campo del Due Torri per due reti a zero, risultato che premiava i siciliani dopo il tre a uno in favore dei beneventani della gara di andata. Serviva una rete alla società cara al patron Rillo per coronare un sogno e a metterla a segno fu proprio Montaperto con una zampata della sue in piena area di rigore. Un gol rimasto impresso nella memoria che valse l’accesso al campionato di serie D, firmando l’impresa della piccola società beneventana diventata di colpo grande. 

Montaperto, che in carriera ha vestito anche i colori dell’altra sannita Forza e Coraggio, salutò al termine di quella annata per sposare il progetto dell’Angri. Arrivato agli albori della stagione 2012/13, quando il tecnico torrecusano era un certo Ciccio Troise, oggi nello staff di Fabio Cannavaro, l’attaccante è dunque tornato a distanza di cinque anni a calcare il manto verde dell’impianto di Ponte dove a suon di reti ha contribuito in maniera esponenziale a rendere realtà un sogno e rendere grande un calcio sannita che stenta oggi a riprendersi.