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Il responsabile della crisi idrica che sta investendo in queste ore Benevento ha nome e cognome.

A identificare il colpevole ci pensa Luigi Abbate: “La Regione Campania ha assetato 30mila beneventani”.

Il presidente della Gesesa parla a margine della riunione straordinaria sull’emergenza acqua tenutasi questo pomeriggio a palazzo Mosti. Da un lato i vertici della società che gestisce il servizio idrico per il capoluogo, dall’altro il vicesindaco Mario Pasquariello e l’assessore all’Ambiente Vincenzo Russi.

E la prima novità riguarda proprio le origini di questa crisi. Non si tratta, come pure aveva comunicato in un primo momento la Gesesa, di una riduzione della portata sulla condotta del Biferno ma di un guasto tecnico ad alcune pompe gestite da Molise Acqua.

“Il problema – spiega Piero Ferrari, amministratore delegato della Gesesa – è che nessuno ci aveva avvisato. Si lascia senza acqua un capoluogo di provincia come Benevento e nessuno sente l’urgenza di comunicarci l’imminente disservizio”.

“Ho mandato personalmente una Pec ieri mattina alle undici a tutti gli attori della vicenda e non ho ricevuto risposta”.

Per Ferrari, oramai, la situazione è fuori controllo: “Ogni mezzadro dell’acqua ritiene che l’acqua sia un suo problema e la gestisce in maniera personale”.

E dunque: “Serve una conferenza di servizi capace di coinvolgere tutte le parti in causa: Regione Campania, Regione Molise, Alto Calore Servizi, Gesesa, Ambito distrettuale, Eic. Bisogna riscrivere le regole del gioco perché è saltato tutto”.

Chi al guasto tecnico sembra non credere del tutto è il vicesindaco Mario Pasquariello: “Bisogna chiarire definitivamente questa situazione. Capire se si tratta di un guasto tecnico, come ci è stato detto, o se c’è sotto qualcosa di politico”. Quel ‘qualcosa di politico’, evidentemente, si sostanzierebbe in una penalizzazione del capoluogo ad opera della Regione Campania.

Teoria, per tornare all’incipit, sposata in pieno da Luigi Abbate: “Domani ci sarà una nuova riunione con il sindaco. Serve un incontro chiarificatore con il presidente De Luca perchè dinanzi a una crisi così forte la Regione non può lavarsene le mani”.

“In luglio – ancora Abbate – avevamo posto alla Regione il tema della nostra autonomia dal Molise. Abbiamo attivato tre pozzi per una capacità di 70 litri al secondo che per poter essere utilizzati devono essere immessi in una cisterna che gestisce l’Alto Calore che però non la inserisce in rete. A San Salvatore Telesino c’è un lago di acqua che ci avrebbe consentito di sopperire a questa crisi ma anche su questo fronte non si muove niente. Manca una strategia. E chi dovrebbe risolvere i problemi invece li crea”.

Intanto, come annunciato, sono arrivate in città le tre autobotti – si tratta, ricordiamolo, di acqua NON POTABILE – che resteranno attive dalle 19 alle 21 in via Via Moscati – Rione Capodimonte; Rione IACP – Pacevecchia; Via dei Bersaglieri – Viale Mellusi e Viale Atlantici.