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Benevento – Progetto didattico ambizioso quello di drammatizzare la storia rievocata da una giovane autrice italiana che ha affrontato, sia pure indirettamente, una delle pagine storiche più importanti della vita beneventana: la morte in battaglia di Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, “in cò del ponte” di Benevento nel 1266, cantata, tra gli altri, addirittura da Dante Alighieri nella “Commedia”.

Gli allievi del Liceo Artistico di via Tiengo delle III A, III B, III C e IV C, hanno letto brani del libro “La Reggia del silenzio. La stirpe dannata di Federico II” di Teresa Ceccacci, alla presenza dell’Autrice, presso la Sala Consiliare della Rocca dei Rettori. Il progetto, coordinato dalle professoresse Lucia Pezza, Anna Cavuoto, Rosa Zarro e Maria Teresa Mogavero, con la giornalista Enza Nunziato, e il patrocinio della Provincia di Benevento e del Circolo Manfredi, ha finito con l’indagare quello che è il nocciolo del libro: cioè la bramosia del potere e la sua disumanità.

Il volume, infatti si occupa del dramma vissuto dai figli di Manfredi (“biondo e di gentile aspetto“) che, ancora in tenera età, insieme alla loro madre, Elena Ducas, furono tenuti prigionieri dal francese Carlo d’Angiò che divenne anche il re di Napoli, padrone di quel Regno che sarebbe andato un giorno proprio ai legittimi eredi di Manfredi, se la storia avesse avuto un altro corso.

La Ceccacci, nata nel centro laziale di Ceprano, laureata in Lettere, diventa archeologa, autrice già di un romanzo che è diventato un “best sellers”, e cioè “Il mistero del Codice Veronese”, ha affrontato il tema di un un uomo, dimostratosi spietato e crudele, alla ricerca del potere pur se agiva in nome di una supposta battaglia di natura religiosa, chiamato a combattere Manfredi di Svevia dal Papa.

Questi argomenti sono stati brevemente riassunti dalla Nunziato per introdurre il lavoro degli Allievi dell’Artistico che, anche negli anni passati, si sono occupati a lungo della vicenda tragica di Manfredi. La Ceccaci ha inoltre risposto agli interrogativi dei giovani allievi sul perché ha voluto trattare un argomento cosi complesso. L’autrice ha raccontato: “Benevento fa da tramite . Poi Benevento è stato luogo principale della sepoltura. La storia non si può amare ma si può cercare di comprenderla”.