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Benevento – Un cielo stellato, la cornice del Teatro Romano e il “Rigoletto”. Per gli amanti del genere è un connubio sublime, specialmente se vuole significare anche il ritorno dell’opera lirica su un palcoscenico che ne era ormai orfano da tempo. La notte di sabato 22 luglio –  come hanno tenuto a precisare il sindaco Mastella e l’assessore alla cultura Picucci poco prima dello spettacolo messo in scena sotto la regia di Giampaolo Zennaro e la direzione di Francois Robert Girolami – può essere considerata una sorta di “numero zero” per il nuovo corso teatrale della città. E se questa era l’intenzione, non si poteva che partire dall’opera che Giuseppe Verdi scrisse ispirandosi al dramma di Victor Hugo “Le roi s’amuse” (“Il re si diverte) e che insieme a “Il Trovatore” e “La Traviata” forma la sua nota “trilogia popolare”.

Una notte di colori e musica, quella del Teatro Romano, arricchita dalle applaudite rappresentazioni dei personaggi storici del Rigoletto. In particolar modo Marzio Giossi, attore che ha interpretato il buffone di corte, si è distinto mettendo al servizio del pubblico la sua espressività nel trasmettere il drammatico destino che la trama gli consegna. Ma particolarmente gradite sono state anche le interpretazioni di Linda Campanella (nel personaggio di Gilda, figlia di Rigoletto) e Rosolino Cardile (nel ruolo del Duca di Mantova), che insieme a Giossi hanno portato sul palco i personaggi principali dell’opera.

Ad accompagnare la scena è stata la compagine corale di Benevento con il maestro del coro Luigi Petrozziello, che parteciperà alla tournée autunnale della compagnia in tappe italiane e francesi. La serata ha inoltre visto il coinvolgimento del Conservatorio di Benevento.

“Mancavo al Teatro Romano da venticinque anni, tornarci è emozionante. E’ uno scenario meraviglioso per l’opera”, ha dichiarato in apertura il regista Giampaolo Zennaro. Il Teatro, per tutta risposta, ha riacceso le luci ringraziando a suo modo. Gli hanno promesso che le cose, con i dovuti accorgimenti, andranno sempre meglio. E lui vuole crederci.

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