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Centoventimila multe in due anni. Una media di 165 verbali al giorno. Uno ‘scatto’ ogni dieci minuti. Numeri da capogiro. Inevitabile, allora, la ribalta nazionale.

Saltato il faccia a faccia tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio, è stata la nostra ‘Telesina’ l’ospite a sorpresa della puntata di ‘Dimartedì’ andata in onda ieri su La7.

Appena terminata la lunga intervista al segretario del Pd, l’attenzione della trasmissione condotta da Giovanni Floris si è focalizzata sulla Statale 372. Una vera e proprio macchina mangiasoldi. Incubo per gli automobilisti, gallina dalle uova d’oro per quei sindaci che hanno deciso di sopperire così – mettendo le mani nelle tasche dei cittadini – alla oramai cronica carenza di risorse nelle casse comunali.

Una truffa legalizzata. Resa possibile da una normativa che non ha né capo né coda, più incline a favorire un uso distorto degli apparecchi di controllo della velocità che a garantire la sicurezza delle strade.

In solo 20 chilometri abbiamo contato quattro autovelox” – racconta stupita la giornalista di La7. E pensare che sono persino di più, ci tocca puntualizzare.

Dal primo agosto scorso, però, qualcosa è cambiato. Una nuova direttiva del Ministero delle Infrastrutture ha infatti reso più stringenti le regole per la taratura degli autovelox.

L’autovelox deve essere tarato ogni anno e deve essere testato su strada verificando la velocità dei veicoli che vanno da 30 Km/h a sino a 230 Km/h” – spiega Laila Perciballi, avvocato dell’Associazione Consumatori.

Se il dispositivo non è conforme alle nuove indicazioni sulla taratura, un ricorso avrebbe buonissime possibilità di vittoria. Attenzione, dunque, a quanto riportato dal verbale: “Deve indicare sia la taratura, sia la società che ha attestato l’avvenuta taratura, sia il corretto funzionamento dell’apparecchio.  Se questi dati mancano e non vengono forniti dalla pubblica amministrazione – conclude l’avvocato – la multa è annullabile”.