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Da Leopardi a Che Guevara. Le citazioni si sprecano. Il presidente Oreste Vigorito racconta a ‘Il Mattino’ la gioia per l’attesa del derby di domani. “Un appuntamento unico. Mi aspetto una festa di colori e gemellaggio”. Quanto al campo, la classifica parla chiaro. Davide contro Golia. E allora il patron della Strega si affida a colui che ha determinato le sue fortune imprenditoriali: Eolo. “Spero che con un soffio provvidenziale spinga la palla nella porta del Napoli”.

Già, il Napoli. Non una squadra come le altre. “Le maglie azzurre sono state il simbolo della mia giovinezza”. Un passato ormai alle spalle: “Il mio cuore ora è tutto giallorosso”. E nel cuore c’è sempre spazio per la speranza. “Retrocedere non sarebbe un dramma ma non voglio perdere la serie A”. Eccolo allora il consiglio del comandante Guevara: “Indietro neppure per prendere la rincorsa”. Sì ma come fare? “Abbiamo avanti squadre che di riffa o di raffa il punticino lo fanno sempre. Però la quota salvezza è bassa, diciamo 33 punti. E io penso che 26 li possiamo fare”.

La spinta decisiva potrebbe essere giunta dal mercato. “Mi sono divertito un mondo”. Una boccata d’entusiasmo dopo l’impatto devastante con la massima categoria. Il mea culpa non manca: “Quando la passione si trasforma in un’attività economica bisogna avere meno sentimenti e meno riconoscenza. Avrei dovuto pensare meno a certi legami affettivi”. Qualcosa, però, nello spogliatoio è cambiato: “Fino a ottobre i miei calciatori chiedevano maglie agli avversari come fossero tifosi. Poi qualcuno ha capito che non era una gita sociale”. Lo stesso Vigorito ha ‘cambiato marcia’. “Ho ingaggiato un capo scouting, osservatori internazionali, avvocati”. E pure un nuovo portiere. Domani dovrebbe debuttare a difesa dei colori giallorossi Christian Puggioni. Magari la svolta può darla lui, considerato che proprio a lui Vigorito ‘addebita’ l’inizio disastroso della stagione: “Salvò un gol fatto a Coda la prima giornata. Avessimo vinto, avremmo preso lo slancio”.

Ma ora bisogna guardare avanti e l’attenzione torna sui partenopei. “Insigne il calciatore del Napoli che ammiro di più”. Inevitabile un passaggio su Aurelio De Laurentiis. Non è più tempo di stoccatine: “Ci siamo stretti la mano. Lui mi ha ribadito che ci è rimasto male per Pavoletti perché mi aveva dato il suo numero di telefono. Io gli ho ricordato che il numero non era il suo ma di un suo collaboratore. E che io ho chiamato mille volte senza mai avere risposte”.