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Per Vittorio Raieta, quello del “Vigorito” sarà a tutti gli effetti un derby. Nato e vissuto a Roma, papà e nonna beneventani e nonno solopachese. Vittorio fa parte dello staff medico della SS Lazio, vive quotidianamente l’ambiente di Formello a contatto col l’entourage biancoazzurro. Laureato in fisioterapia presso “La Sapienza” di Roma, diplomato osteopata presso lo Still Osteopathic Institute di Roma, Raieta collabora con la società laziale dal 2004, avendo percorso tutte le tappe della cantera.

In prima squadra dal 2014-15 con Pioli custode della panca, ha ritrovato poi Simone Inzaghi che già aveva incrociato nel settore giovanile: Mister Inzaghi è innanzitutto una persona esemplare – ha esordito Raieta. Dal punto di vista tecnico è un professionista a tutto tondo: scrupoloso, punta molto sulla tattica e sulla creazione di un gruppo. Ecco, posso dire che al netto dei singoli e delle eccellenze, dico che la forza di questa squadra è il gruppo. Società, tecnico, squadra, staff ed il mix perfetto di senatori e giovani che quando vengono inseriti in prima squadra trovano facilità di ambientamento. In questa società sto fortunatamente inanellando ricordi fantastici, quello della vittoria della Supercoppa Italiana il momento più bello, ma anche essere stato a Shangai, oppure su campi importanti in Italia è motivo d’orgoglio”. 

Appunto lo staff medico: come opera in una squadra di massima serie? “E’ un lavoro bello, impegnativo ma che può darti grandi soddisfazioni. Il mio inizia molto prima dell’arrivo dei giocatori al campo di allenamento, anche con un paio d’ore d’anticipo: seguiamo caso per caso la situazione di infortunati, atleti in fase post operatoria che si stanno riabilitando, e siamo sul campo durante l’allenamento per un primo soccorso in caso di trauma durante l’allenamento”. 

Domenica la Lazio arriva a Benevento, per te è una gara diversa dalle altre: “Le mie origini sono sannite, sono legato alla città e ho sempre seguito la squadra di calcio. Il tabù della Lega Pro, poi la tanto attesa promozione in B. Adesso la massima serie, un impatto non facile ma credo e spero che la squadra possa cambiare passo, magari a cominciare dalla gara successiva a quella contro di noi”.

Non mancano ex laziali nell’attuale rosa del Benevento: “Si – ha proseguito Raieta  – e sono tutti atleti che conosco molto bene perchè abbiamo lavorato insieme nel settore giovanile. Cataldi è un ragazzo straordinario, ha un cuore grande dentro e fuori dal campo, atleta intelligente che sa dare ordine al reparto. Lombardi, che chiamo amichevolmente il “Lomba” è un giovane di grandi prospettive, duttile che ha bisogno di tanta fiducia. Vede la porta come pochi, un predestinato che trovò il gol a Bergamo all’esordio in A e ci fece impazzire tutti. Conosco anche Cotticelli, gli auguro un futuro importante, lo merita davvero”.

Il segreto dell’ascesa laziale, dunque, non è solo la guida tecnica di Inzaghi o i gol di Immobile. “Loro sono decisivi – ha concluso Vittorio Raieta – ma lo staff è professionale dal primo all’ultimo elemento. Per questo mi preme sempre ringraziare la società per avermi dato l opportunità di lavorare con una società gloriosa e ai massimi livelli e per avermi consentito di parlare del mondo Lazio a voi, lo staff dei medici dott. Rodia Fabio , dott Pulcini Ivo, dott. Maggio Antonino , dott. Razzano Massimo, dott. Ventura Angelo, dott. Meli Claudio e dei colleghi fisioterapisti Berini Gianluca, Caroli Valerio , Contigliani Riccardo (osteopata) , Gasparini Giorgio, Marsella Christian , Scalzi Fabrizio”.