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Caserta – L’Istituzione in ogni Comune, o consorzi di Comuni, di centri polifunzionali che accolgano i minori a rischio in regime semiconvittuale, avviandoli a percorsi educativi sia d’istruzione che di formazione professionale. E’ il punto centrale della proposta di legge contro le baby gang illustrata dal presidente della Camera Penale Minorile Mario Covelli nel corso del convegno svoltosi a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli. “Dopo l’ennesimo fatto di sangue – spiega Covelli – verificatosi a Napoli e il fermo dei tre minorenni accusati dell’omicidio della guardia giurata a Chiaiano, ragazzi che ci riferiscono provenire da famiglie normali ma che tuttavia avevano abbandonato gli studi e vivevano per strada, il tribunale per i minorenni deve intervenire in via preventiva per assicurare loro un’adeguata educazione, evitando gravi danni alla società e agli stessi minori. Per questo consegneremo la nostra proposta alle Camere subito dopo l’insediamento. Ma ribadiamo sin d’ora con forza – aggiunge – la ferma opposizione all’abbassamento dell’età imputabile, a modifiche in peius delle norme processuali minorili e all’allontanamento dal nucleo di famiglie appartenenti alla criminalità comune o organizzata, perché quest’ultima rappresenta l’extrema ratio”.

Entrando nel merito della proposta, il presidente della Camera Penale Minorile evidenzia che prevederemo “una clausola di invarianza finanziaria, poiché il Centro Polifunzionale deve utilizzare e valorizzare organi, persone e strutture già esistenti sul territorio. Solo in caso di opposizione dei minori o dei genitori, devono attivarsi meccanismi sanzionatori, che non escludano comunque provvedimenti ablativi o l’adozione. La competenza amministrativa del tribunale per i minorenni va abrogata e sostituita da un procedimento civile con garanzie del diritto di difesa e del contraddittorio tra parti. In caso di rifiuto o abbandono del percorso nel centro polifunzionale, è previsto l’aggravamento del regime semiconvittuale in quello del collocamento in una comunità aperta, e in caso di ulteriore abbandono, il collocamento in una comunità chiusa”. Per don Tonino Palmese, vicario episcopale per la carità della diocesi di Napoli, “l’emergenza educativa non ha mai fine, c’è sempre da rincorrere qualcuno che sfugge alla propria identità, e cioè quella della fanciullezza, del gioco e dell’innocenza”. Maria de Luzenberger, procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Napoli, sottolinea invece che  “le violenze a volte avvengono per il controllo del territorio, simulando quella che è l’organizzazione criminale più ampia che controlla un quartiere. L’omicidio della guardia giurata è avvenuto per una tentata rapina e realizzato con estrema violenza commessa da ragazzi che non ragionano sui disastri che combinano nelle famiglie degli altri e nei loro stessi nuclei familiari. È questo l’argomento più forte, la violenza: non si esprime solo tra i giovani, ma in più contesti della società. Tutti dobbiamo essere impegnati sull’educazione e sul come superare i modelli violenti”.