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Caserta – Chiedevano da anni rinforzi a bordo delle ambulanze del 118, ma di risposta dall’Asl di Caserta i medici dell’urgenza e emergenza hanno ottenuto solo ulteriori tagli oggi. Un’emergenza nell’emergenza che, dopo anni di non ascolto e disservizi ai cittadini, ha fatto decidere per lo sciopero, indetto dei medici del servizio per il 28 novembre prossimo. Una decisione sulla quale il Prefetto di Caserta ha deciso di intervenire convocando le parti venerdì prossimo per l’avvio delle procedure di conciliazione.

“Parteciperemo alla riunione convocata in Prefettura  senza pregiudizi – ha commentato Paolo Ficco, presidente nazionale del Saues, organizzazione sindacale dei medici dell’urgenza e emergenza (118 e Pronto soccorso) – perché è interesse del sindacato lo sblocco di una vertenza altrove già risolta, e credo debba essere di interesse anche per l’azienda sanitaria. E’ però evidente che in assenza di risposte credibili e concrete, che tutelino cioè il personale dell’urgenza emergenza e quindi dei pazienti, non recederemo di un passo. Decidere di eliminare i medici dalle ambulanze in servizio nella città di Caserta è la peggiore delle risposte che si potesse dare alla grave carenza di personale dedicato al servizio urgenza-emergenza del 118 dell’Asl casertana e, soprattutto, ai cittadini”.

Una denuncia che il sindacato Saues porta avanti da anni e che si struttura sui numeri sempre più esigui di personale medico a bordo delle autoambulanze rispetto alle richieste del territorio. “Mancano nella sola provincia circa 40 medici – fanno sapere i sindacati rispetto al numero stabilito all’inizio del servizio nel lontano giugno 2000. Questa carenza è dovuta al fatto che essendo passati quasi diciotto anni da allora, alcuni medici sono andati in pensione, altri si sono trasferiti o si sono ammalati. Si precisa, inoltre  che ormai l’età media di quelli rimasti in servizio supera i sessant’anni, età non propriamente idonea a svolgere un lavoro così stressante e faticoso. Da anni questi medici, per tale carenza, non possono usufruire delle ferie e dei riposi previsti nei periodi stabiliti, in quanto è  sempre più difficile la gestione delle turnazioni”.

A fronte di questo tutte le sigle sindacali, in varie battute, hanno proposto per anni l’assunzione di medici, aventi i titoli e in convenzione, in modo da sopperire alle necessità. La risposta è arrivata ma di segno completamente opposto: “l’ ASL di Caserta ha deciso,invece, di demedicalizzare una delle due ambulanze sia ad Aversa  che a  Caserta, trasferendo di punto in bianco un gruppo di medici sul territorio limitrofo e lasciando sguarnita la città  a maggior densità di popolazione della provincia, considerando i circa 3000 interventi, di media all’anno, che ognuna di queste ambulanze effettua. Questa demedicalizzazione, oltre  a creare un grave danno alla popolazione causerà l’assenza di un filtro a monte per cui quel 50-60% di interventi risolti dai medici a domicilio, saranno conclusi trasportando i pazienti tutti in ospedale, ingolfando così, ancora di più, i Pronto Soccorso Ospedalieri, già saturi e oberati da superlavoro e da altre carenze”.