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Caserta – Dal 2015 la situazione finanziaria della provincia di Caserta è in dissesto ma negli ultimi mesi è collassata completamente. 271 sono i dipendenti che non percepiscono lo stipendio da tre mesi. Per giunta vanno aggiunti i 130  lavoratori dei centri per l’impiego e i 64 dipendenti della società Terra di Lavoro che rischiano il posto di lavoro. In particolare per i centri impiego c’è il problema dell’igiene degli uffici essendo stati licenziati i 48 dipendenti della ditta che si occupava della pulizia.

Dai sopralluoghi dell’Asl nelle sedi di Sessa Aurunca e Teano è infatti emerso che le condizioni igieniche sono pietose e quindi è stata dichiarata l’inagibilità dei luoghi. Questa situazione porterà conseguenze dannose dal punto di vista socio-economico su tutta l’area della provincia di Caserta. Scaduti i contratti per la manutenzione delle strade e la manutenzione degli istituti superiori con la società Terra di Lavoro, le scuole, per esempio, rischiano la chiusura.

In questo drammatico scenario sono varie le strada da poter percorrere per portare ossigeno e per sperare in una necessaria ripresa. Per i sindacati andrebbe modificata la legge Delrio che ha trasformato la provincia in enti di secondo livello, dimezzando le risorse per le realtà più piccole a favore delle città metropolitane. Inoltre si sta discutendo di convertire in legge l’emendamento al decreto salva province che dovrebbe escludere per la provincia di Caserta il prelievo imposto dal Governo a carico di tutte le province italiane. Se si concretizzasse questa possibilità ci sarebbe un grosso risparmio che forse porterebbe dopo anni ad approvare un bilancio.

Nel frattempo a pagare le peggiori conseguenze sono i lavoratori dei centri per l’impiego, che però non ci stanno e uniti si sono rivolti ad un avvocato diffidando la provincia, il ministero del lavoro e delle politiche e la Regione Campania per provvedere a pagare gli stipendi.