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Caserta – Un fiume di droga sulla rotta turca-albanese ha inondato per parecchi mesi i comuni del Casertano e dell’hinterland partenopeo attraverso una associazione mista italo-albanese formata da grossisti, mediatori, corrieri e spacciatori al dettaglio; tra i corrieri anche una donna italiana incinta che ha cercato di eludere la dogana al Porto di Bari nascondendo la droga nella panciera premaman. E’ quanto emerso dall’indagine “Smoke Snake” della Dda di Napoli (sostituto Luigi Landolfi), realizzata dalla Guardia di Finanza di Caserta, che ha portato all’emissione da parte del Gip partenopeo di 26 ordinanze di custodia cautelare, 21 in carcere e 5 ai domiciliari; 19 sono gli indagati di nazionalità italiana, 7 gli albanesi, quattro dei quali raggiunti dal provvedimento di carcerazione in Albania, dove attualmente risiedono. In un anno e mezzo di indagini, le Fiamme Gialle hanno arrestato 9 persone, per lo più corrieri, sequestrando 38 kg di marijuana, 7,4 di eroina e alcune decine di grammi di hashish.

L’indagine è partita dopo che nel maggio del 2016 i finanzieri della Compagnia di Marcianise (Caserta) guidati dal capitano Davide Giangiorgi hanno smantellato un’organizzazione dedita allo spaccio di droghe pesanti nei comuni di Marcianise, Capodrise, Macerata Campania e Portico di Caserta, tutti centri vicini al capoluogo; allora furono arrestati quattro spacciatori e sequestrate 250 dosi di “cobret”, particolare tipo di eroina. I militari hanno quindi cercato di scoprire quali fossero i canali di approvvigionamento della droga, arrivando così in alcuni comuni del napoletano, come Acerra, Grumo Nevano, Melito e Casandrino, dove c’erano piazze di spaccio i cui responsabili si rifornivano dagli stessi grossisti dei pusher casertani; grazie ad intercettazioni telefoniche e ambientali, è così emersa l’esistenza di un cartello formato da quattro grossisti italiani, tutti napoletani, che si erano accordati per mettere insieme i capitali necessari a importare dall’estero grandi quantitativi di droga da rivendere poi in Italia.

Gli inquirenti hanno accertato che c’era un mediatore albanese che metteva in contatto i grossisti italiani con quelli del Paese dell’Aquile, che vendevano soprattutto eroina e marijuana. “La collaborazione della magistratura albanese, attraverso numerose rogatorie, è stata fondamentale per accertare l’operatività del gruppo in Albania” ha spiegato il Comandante Provinciale delle Fiamme Gialle Andrea Mercatili durante la conferenza stampa convocata questa mattina presso la sede del Comando a Caserta. Numerosi i sequestri fatti dalla Finanza: ad agosto 2016 furono sequestrati al Porto di Brindisi 38 kg di marijuana occultati all’interno delle intercapedini della carrozzeria e nel serbatoio di un camper appena sbarcato da una nave proveniente dalla Grecia; a dicembre 2016, è stata intercettata sull’autostrada in direzione Napoli un’auto appena sbarcata nel porto di Brindisi; furono scoperti 5,2 kg di eroina trasportati in 15 involucri occultati nella parte cava del telaio dell’autoveicolo; a gennaio 2017, presso il porto di Bari, è stata fermata una donna italiana in stato di gravidanza, appena sbarcata da una nave proveniente da Durazzo, che ha nascosta 2 involucri di eroina di circa 630 grammi all’interno di una panciera prémaman; sempre a gennaio 2017, presso la stazione ferroviaria di Caserta, è statofermato un corriere atterrato in mattinata presso l’aeroporto di Bari e proveniente dall’Albania che aveva nascosto addosso la droga, in particolare 38 ovuli di eroina del peso complessivo di circa mezzo chilo; a marzo 2017 è stato infine sequestrato oltre 1 kg di eroina trovato in uno zainetto di un corriere albanese appena sbarcato a Bari.