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Capua (Caserta) –  Tra tutte le istituzioni culturali ex provinciali passate tre anni fa nelle competenze di Regioni e Città metropolitane italiane, è il Museo Campano di Capua l’esempio più critico di una situazione allo sbando.

Lo segnala a chiare lettere la mozione presentata nei giorni scorsi dal Consiglio Superiore ‘Beni Culturali e Paesaggistici’ del Mibact

“I Musei e le Biblioteche ex provinciali, diffuse in particolare nelle regioni meridionali – si legge nella mozione presentata al Mibact – hanno perso non solo personale, in molti casi dotato di straordinarie competenze, e risorse, ma soprattutto un ruolo e una identità, riducendosi nella maggior parte dei casi a mera sopravvivenza stentata, senza una reale prospettiva. E le Regioni hanno adottato soluzioni di vari tipo, non omogenee e non sempre adeguate. Tra i tanti il Consiglio segnala con preoccupazione casi particolarmente allarmanti di difficoltà di tali luoghi della cultura, come il glorioso Museo Campano di Capua”.

Un grido di allarme che, seppure si riserva di accedere ai dati analitici più dettagliati e strutturati sull’intero panorama delle strutture ex provinciali, propone soluzioni immediate:

“Pur nel rispetto delle singole specificità, occorre si affermi una visione organica e che si adottino soluzioni condivise tra Regioni, Città metropolitane e MiBACT, coerenti con la necessità di costruire e consolidare il Sistema Museale Nazionale e il Sistema Bibliotecario Nazionale, in linea anche con le recenti riforme del ministero, che hanno previsto la nascita dei Poli Museali Regionali e delle Soprintendenze uniche territoriali, spesso operanti nelle stesse città e/o territori. Il Consiglio auspica pertanto la realizzazione di progetti di valorizzazione tra Stato e Enti Locali per tutte le strutture ex provinciali e invita il MiBACT, le Regioni e le Città Metropolitane a intensificare ulteriormente gli sforzi per garantire un futuro certo e positivo a strutture culturali di antica tradizione. Dando la propria disponibilità per ogni azione che possa andare nel senso di un rilancio di tali importanti presidi culturali territoriali, propone l’organizzazione di una seduta straordinaria del Consiglio, con la partecipazione dei Presidenti delle Regioni e delle Città metropolitane interessate, per contribuire alla costruzione di un progetto di sistema condiviso tra i vari soggetti istituzionali coinvolti”.

Non a caso la mozione fa riferimento al Museo Campano di Capua, custode di una delle più prestigiose al mondo: quella della Mater Matuta, una collezione di ex voto unica al mondo costituita da quasi 200 sculture in tufo rappresentanti la divinità italica della Mater Matuta, la “Madre del Mattino o dell’Aurora, risalente al periodo compreso tra il sesto e il secondo secolo avanti Cristo.

Diviso in una sezione archeologica e una medievale, con una biblioteca e un archivio storico, 32 sale di esposizione, 20 di deposito, tre grandi cortili, un ampio giardino, il museo Campano non ha ancora sventato il pericolo di rimanere schiacciato dall’incertezza legata alla gestione di un istituto provinciale dopo la riorganizzazione delle province varata con la legge Derio.

Dopo un lungo valzer di intenti dichiarati, la Provincia di Caserta e la Regione Campania firmarono un accordo in virtù del quale i costi del personale sarebbero stati a carico della Regione.

Restano al palo i problemi legati al funzionamento e alla valorizzazione del bene.