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Caserta – Una squadra di restauratori, chiamati dai tecnici della Reggia di Caserta stamattina ha provveduto alla verifica dei danni arrecati dal distacco di intonaco nel soffitto del vano finestra della Sala delle Dame di Compagnia. Un controllo che ha interessato anche altre zone della Reggia, meno smagliante nell’affrontare la fitta programmazione di eventi natalizi dopo il tonfo delle pietre che ieri ha rischiato di fare vittime in pieno orario di visite domenicali.

E mentre i tecnici della Reggia si premurano oggi di spiegare tecnicamente quanto avvenuto, resta il dubbio sulla contezza che gli stessi uffici abbiano nell’asserire che nessun pericolo esista per visitatori e dipendenti Reggia.

Cedimenti strutturali o infiltrazioni non visibili, oggi conta poco saperlo considerato che le pietre fanno male a prescindere dal motivo tecnico che ne ha determinato il crollo, così come fanno male le uscite di sicurezza serrate da catenacci dietro cancelli chiusi a chiave, nascoste dietro eleganti tende color avorio, e nessuna segnaletica ad indicarne l’esistenza.

Mancano al Museo della Reggia anche le piantina che, in ogni luogo pubblico, indicano alle persone dove si è e dove dirigersi in caso di pericolo e fuga.

Alla Reggia ieri, come da anni, l’unica via di uscita per andare via dalla Sala del crollo restava quella che, attraverso la Sala del Presepe, arriva al piccolo ballatoio e alla scala  strettissima che sputa alle spalle dei due leoni marmorei della scalinata monumentale.

Le due porte di sicurezza, quella esistenti all’inizio e quella fine del percorso museale, restano rigorosamente chiuse e nascoste.

A nulla sono servite le segnalazioni e le richieste ufficiali rivolte da anni a tutti gli organi competenti dai sindacati Reggia se, ad oggi, la costatazione di fatto resta che ieri oltre al tonfo dei calcinacci poteva fare più vittime la ressa da panico in assenza di via di fuga adeguate.