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Caserta – Mentre la città si prepara ad entrare nella Rete delle Città Verdi, con il Parco Urbano dei Monti Tifatini e tanto di convegno fissato per domani alle 17,30 presso la Biblioteca Diocesana di Caserta, i comitati cittadini s’indignano. Perché alle centinaia di cittadini casertani che da anni si rimboccano le maniche per manutenere a proprie spese gli spazi verdi della città, era sembrata già spudorata la partecipazione di Caserta alla convention romana dello scorso  9 febbraio che riunì venti città italiane selezionate per il primo appuntamento, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, del Green City Network, Rete delle Città Verdi che propongono modelli avanzati di sviluppo basati sulla sostenibilità, sulla qualità ambientale, il risparmio delle risorse, la rigenerazione, la valorizzazione del capitale naturale e delle infrastrutture verdi urbane e periurbane, la tutela del capitale culturale e dell’identità dei luoghi, la mobilità sostenibile, le prestazioni energetiche degli edifici.

Un incontro, a cui erano presenti anche i rappresentanti dei Ministeri e delle Regioni, dove spiega l’assessore all’Urbanistica casertana Stefania Caiazzo: “furono rappresentate tutte le strategie messe in campo dall’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Marino e coerenti con l’idea di utilizzare appieno le risorse territoriali come nuove opportunità di sviluppo, e si discusse delle linee guida da elaborare in modo condiviso per supportare le “città verdi” nelle scelte e nelle attività concernenti la pianificazione urbana in chiave ecologica”.

“Ma quali strategie, quali linee guida da elaborare? – sbotta Ferdinando Errichiello, attivista e sostenitore di comitati cittadini come quello di Villa Giaquinto che da  anni cura la gestione ordinaria e straordinaria di spazi verdi pubblici abbandonati al più assoluto degrado – Sono almeno 2 anni che, insieme a centinaia di cittadini casertani, lavoriamo per mantenere pulite e decenti le villette pubbliche dei quartieri. Mi riferisco al comitato per Villa degli Aranci che come Villa Giaquinto, ha meritato dal Comune soltanto la chiusura per manifesta incapacità di manutenzione. O quelli sorti intorno alle villette di San Clemente, di via Arno a Rione Acquaviva, di Puccianiello, di Casertavecchia, di Vaccheria, e via così. Persone, tante, che ogni domenica da almeno due anni si rimboccano le maniche e puliscono gli spazi verdi dei propri quartieri. A questi si aggiungono i volontari di associazioni come Legambiente, Codiretti  e tante altre che intervengono in aree centralissime come Piazza Carlo III e zone limitrofe, con tanto di guanti e sacchi da riempire di ciarpame d’ogni tipo. E dov’è finito il tanto proclamato intervento a Piazzetta Padre Pio che quest’estate ottenne l‘approvazione in Giunta  del progetto preliminare dei lavori, annunciati dall’assessore ai Lavori Pubblici Francesco De Michele e finanziati dalla Regione Campania su risorse POC 2014/2020?”.

E mentre dal comitato villetta Giaquinto arrivano le foto della fontanella comprata e istallata, con tanto di memo ad esserci come ogni domenica all’appuntamento per la pulizia degli spazi, Nando Errichiello aggiunge: “Abbiamo sperimentato con successo quanto funzioni il controllo popolare delle aree pubbliche cittadine, e quanto ciò torni utile la gestione partecipata al concetto concreto di Bene Comune e di Cittadinanza Attiva. E se solo l’Amministrazione comunale volesse dire grazie con meno di mille euro annue a ciascuno dei 4-5 comitati spontanei operanti in città, se la caverebbe con un minimo sforzo economico e un ottimo guadagno in termini di immagine, credibilità e dignità”.