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Caserta – E’ forse l’uomo più potente di Caserta, ma presto il suo regno potrebbe finire per sopraggiunti limiti di età. Giuseppe Zampella, un passato da venditore ambulante di panini, noto anche tra i casertani come “Peppe la porchetta”, si occupa da decenni di rifiuti nella sua qualità di coordinatore operativo dell’azienda che a Caserta gestisce il servizio di igiene ambientale; nessun titolo di studio ma uno stipendio mensile da oltre 5mila euro e un potere talmente elevato che negli anni è riuscito a fare assumere nell’azienda la moglie, i figli e i nipoti, quasi due generazioni della sua famiglia addette ad uno dei servizi pubblici più essenziali e “ricchi”. Una “parentopoli” in piena regola di cui però, né la politica e né la magistratura, che spesso supplisce alle “sviste” degli amministratori pubblici, si sono mai occupati.

La conseguenza è l’inefficienza del servizio, con la differenziata che a Caserta cresce poco, e comunque non in linea con altre realtà virtuose; la percentuale è ferma al 52% mentre la legge fissa una soglia del 65%. Ma nell’azienda che gestisce la raccolta, l’Ecocar, negli anni sono finiti non solo i familiari di Zampella, ma anche i rappresentati delle più importanti famiglie malavitose di Caserta e dintorni, dalla moglie, dal figlio e dal fratello  – tuttora presente – del boss Antonio Della Ventura, capo-zona nel capoluogo della Reggia del clan Belforte di Marcianise, ai parenti di Antonio Rondinone, altro esponente del clan Belforte, fino a appartenenti alla famiglia Benenati; il caso più eclatante è quello di Antonio Zarrillo, esponente dei Belforte condannato con sentenza definitiva per un omicidio di camorra, che ha lavorato anche dopo la prima condanna; solo quando la sentenza è divenuta definitiva ed è scattato il carcere è stato licenziato.

Ma di dipendenti con precedenti o condannati per rapine o reati di droga ce ne sono parecchi nell’Ecocar. In un contesto lavorativo in cui la legalità non è mai stato un valore condiviso e sentito, Zampella ha accresciuto negli anni il suo potere, riuscendo persino a controllare i sindacati attraverso le rsu interne. Un potere che ha condizionato, con la distribuzione di rilevanti pacchetti di voti, parecchie amministrazioni, probabilmente anche quella attuale, che pur avendo come quelle precedenti potere di controllo e vigilanza su Ecocar, non è intervenuta neanche quando il figlio del coordinatore, Luigi Zampella, è stato sorpreso nel settembre scorso a rubare rame e gli splitter dei condizionatori dall’isola ecologica comunale, dunque a rubare per proprio profitto ciò che la sua azienda raccoglie o che i cittadini civili depositano; è finito ai domiciliari, tornato in libertà dopo due giorni e subito riammesso a lavoro. E’ evidente il sospetto è che attorno al rame ed altri pezzi di ingombranti vi fosse da tempo un mercimonio che ruotasse proprio attorno a Luigi Zampella.

Ora però il regno del “Ras dei rifiuti” potrebbe volgere al termine; Zampella raggiungerà l’età per uscire dal lavoro, dunque per vecchiaia, nel prossimo mese di luglio, quando avrà 66 anni e sette mesi. Situazione analoga anche per la moglie del ras. Cederà Zampella, o meglio, l’azienda riuscirà o vorrà mandarlo via, o mandare via entrambi, risparmiando parecchi soldi, in un anno, il 2018, in cui è in gioco il nuovo appalto per i rifiuti e quindi altre possibili assunzioni. Peraltro in azienda, sebbene in cinque anni l’organico si sia ridotto di una ventina di unità – tra addetti deceduti, arrestati e andati in pensione – il monte stipendi è molto alto non solo per via degli Zampella, ma anche per la presenza di numerosi impiegati – almeno sei – con livelli retributivi da dirigente (settimo-ottavo livello e stipendi da oltre 3-4mila euro), come l’ex vice-sindaco di Caserta Vincenzo Maria Ferraro, arrestato nell’ambito di un’indagine sugli appalti nei servizi sociali, o l’ex consigliere comunale Pierpaolo Puoti.

Intanto il vecchio appalto di cinque anni, datato 2013, dell’importo già alto di 59 milioni di euro, scade il 28 febbraio prossimo; con il bando per il nuovo appalto in alto mare per un “pasticcio interno” al Comune, è quasi certo il ricorso alla proroga, sebbene l’Ecocar potrebbe non avere più i requisiti, essendo interdetta; una situazione di caos con i sindacati sul piedi di guerra a tutela dei lavoratori, convocati dal dirigente comunale Marcello Iovino per il 16 febbraio prossimo. Certo, il Comune aveva tutto il tempo per predisporre un bando, e che il ritardo sia stato provocato ad arte è qualcosa che non si può al momento dimostrare. Quel che è sicuro è che nel nuovo appalto, che dovrebbe essere di sette anni, è quasi raddoppiato l’importo che l’Ente dovrà versare all’azienda che subentrerà; sarà infatti di 115 milioni di euro in quanto il Comune retto dal sindaco Carlo Marino ha chiesto che si unificassero i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti e quello di smaltimento. Sarà l’Ecocar della famiglia romana Deodati, o un’altra azienda? Di certo, i Deodati o chi subentrerà dovranno fare i conti con Zampella e i suoi familiari, poco disposti a cedere potere e soldi.

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