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Caserta – L’ impegno assunto dal sindaco Marino è stato quello di delocalizzare, entro e non oltre la prossima estate, le aziende Conti e Conti 3 plastic division del Gruppo Letizia che da due anni operano a San Leucio con attività metalmeccaniche da zona Asi, lì dove un tempo si lavorava la seta più famosa al mondo .

Una risposta che l’Amministrazione comunale ha fornito al comitato cittadino presieduto da Ketty Bologna che da mesi denuncia emissioni tossiche da lavorazione di plastiche senza che alle promesse seguissero i fatti.

E di fatti concreti restano solo quelli ampiamente illustrati dall’Associazione “I Borghi del Belvedere” nell’esposto datato 21 ottobre 2017 e inviato a tutte le autorità competenti in tema di tutela ambientale e salute pubblica.

Verifiche, certificazioni e promesse di delocalizzazione che, ad oggi, si scontrano con le attività delle aziende che procedono a tutto spiano in pieno sito tutelato dall’Unesco.

E così l’associazione in cui convergono pro loco, cittadini, commercianti, ristoratore e operatori turistici delle frazioni San Leucio, Vaccheria, Sala, e Briano, hanno indetto per domani alle 11.30 una conferenza stampa nella sala proiezioni dell’Oasi di San Silvestro, località Pratella di San Leucio, per aggiornare sulla questione che non pochi problemi sta arrecando all’intera comunità nell’assoluto silenzio delle istituzioni.

In realtà il Gruppo Letizia acquistò l’immobile sito in piazza della Seta in asta fallimentare in epoca di Amministrazione Del Gaudio. E fu lo stesso Pio Del Gaudio che, a domanda sulle intenzioni di produzione e indotto da creare, ottenne come risposta l’ipotesi di un rilancio dell’antica tradizione serica legata al Belvedere di San Leucio voluto dal Borbone.

Di fatto a Natale 2015, dietro ad una inaugurazione in pompa magna intorno ad appena due telai disponibili e ad un cartello in bella mostra con tanto di dicitura “Antico Setificio Leuciano”, già a luglio 2016 lì dove un tempo fioriva il setificio De Negri iniziarono ad alzarsi strani fumi e olezzi nauseabondi.

Da qui l’allerta dei cittadini, la richiesta di verifiche inoltrate agli enti preposti e all’amministrazione comunale, e il sospetto fondato che dietro la sottile facciata della seta si mal celasse la ben nota attività del Gruppo Letizia legata alla lavorazione della plastica già ad Alife.

Il tutto in un via vai continuo di camion con rimorchio in sosta e che, manovrando dai cancelli dell’azienda su piazza della Seta, hanno persino sfiorato la tragedia il 12 febbraio scorso scaraventando via una utilitaria in transito.