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Caserta – Partiti veri per un Europa vera. Questo il dictat coniugato oggi pomeriggio al Belvedere di San Leucio dai relatori invitati dall’europarlamentare del Pd Pina Picierno  al tavolo di confronto della scuola di formazione politica “Terre d’Europa” con il focus puntato sulle possibilità che la Comunità Europea mette a disposizione del territorio.

Tra gli interventi  più attesi quello di Claudio De Vincenti, Ministro alla Coesione Territoriale e del Mezzogiorno

“L’Italia è molto forte nel dibattito in corso sulle politiche di coesione post 2020, ossia quelle che detteranno il bilancio europeo 2020 dopo il calo di risorse disponibili a seguito del ritiro della Gran Bretagna. Questo ritiro può incidere su tutto il bilancio economico europeo, ed è ancora più urgente l’intervento della politica. I Partiti Europei, il Parlamento Europeo, le commissioni europee  sono chiamate a reagire in queste ore immaginando, per esempio, di compensare con un maggiore apporto da parte degli Stati membri.  L’Italia, insieme alla Germania e alla Francia, è Stato fondatore dell’Europa e da tale deve agire, da protagonista e non da comprimaria, nell’interesse di tutti. Questo significa rendere la Comunità Europea non un interlocutore taccagno e distante, burocraticamente impegnato a toglie un euro da una parte per sommarlo ad un’altra. L’Europa vera deve essere voce di partiti europei veri che si facciano espressione di esigenze univoche  e concrete secondo parametri come Pil ma anche indice di povertà e tasso di disoccupazione, importanti per l’Italia, per il Mezzogiorno ma per tutti i Paesi membri chiamati a sostenere  chi è in maggiore difficoltà” .

“Tra l’altro – specifica De Vincenti – per l’utilizzo dei fondi l’Italia ha le carte in regola perché ha fatto il miracolo recuperando in tre anni i fondi strutturali 2007 2013. Siamo riusciti ad utilizzare pienamente tutte le risorse disponibili divenendo interlocutori primi nel dettare regole di controllo sul buon utilizzo dei fondi futuri, così come siamo riusciti a non far sospendere i fondi a Paesi come Spagna e Portogallo che non sono riusciti a rispettare a pieno i dettami indicati dall’Europa. Riteniamo che occorra collaborazione, coesione e sostegno da parte di un Europa da percepire come di tutti e non a vantaggio di pochi”.

David Sassoli, vicepresidente del Parlamento Europeo, ha focalizzato il suo intervento su una brutta notizia: “E’ stato votato un bilancio europeo che non si farà carico di tutto quello di cui dovrebbe farsi carico l’Europa. Se si pensa che la vita delle persone possa non essere sostenuta da fondi come quelli destinati all’immigrazione, al progetto  Erasmus, alla Ricerca o alle esigenze tutte del mondo giovanile, ma che Europa è? Io e molti colleghi europarlamentari come Pina Picierno e Nicola Caputo ci siamo astenuti dal voto. Io, come loro, l’avrei mandato indietro non tanto per sottolineare passaggi via-via corretti ma per lanciare un chiaro segnale politico: abbiamo bisogno di equilibrare realtà molto eterogenee, mettere in carreggiata, pareggiare tutti. Invece il segnale mi sembra quello di tagliare piuttosto che equilibrare, e questa non è un Europa che parla ai giovani in un momento delicato e particolare per tutti”.

Dato il problema,  trovata a soluzione, per Sassoli come per il Ministro De Vincenti: il salto di qualità sta nei partiti europei chiamati a costruire una vera democrazia europea.  “La burocrazia non può assumersi responsabilità, la burocrazia fa rispettare regole e parametri. E’ compito della politica, dei partiti tracciare le linee e assumersene le responsabilità in una visione d’insieme e non particolaristica”.

E cresce l’attesa per domani quando alle 12,30 salirà in cattedra a San Leucio Maria Elena Boschi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.