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Caserta – Un giro d’affari di nove milioni di euro in due anni, con decine di arresti e sequestri ingenti. E’ il bilancio della maxi-operazione della Guardia di Finanza di Caserta, denominata “Flyable”, sul contrabbando di sigarette provenienti dall’Est Europa, che oggi ha vissuto uno step fondamentale, con l’esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare (4 in carcere e 10 ai domiciliari) emesse dal Gip di Napoli Nord su richiesta della Dda partenopea.

Abbiamo smantellato un’agguerrita organizzazione, peraltro molto ben strutturata – spiega il tenente-colonnello Luca Cioffi, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta – che importava quantità enormi di sigarette di contrabbando grazie all’utilizzo di camion con doppi fondi, e che aveva base operativa a Napoli e i propri depositi sparsi tra il capoluogo partenopeo, in particolare nel quartiere di Scampia, e nel Casertano”.

Tre erano i capi, tutti finiti in carcere; si tratta del 50enne Pasquale Ambrosio, di Caivano, e di Salvatore Regina, 51enne e Fabio Meola, 36enne, questi ultimi due residente al quartiere napoletano della Sanità, dove vivevano anche altri indagati. Nei mesi scorsi i finanzieri hanno sequestrato anche un bunker sotterraneo sito in un capannone industriale di Scampia al quale si accedeva tramite un finto tombino. Le sigarette venivano poi rivendute a grossisti che le piazzavano al dettaglio; dall’indagine non è emerso dove materialmente le “bionde” venissero poste in commercio, visto che di bancarelle con le sigarette di contrabbando, come accadeva fino ad oltre 20 anni fa, se ne vedono poche per strada; non è improbabile che una parte sia finita sugli scaffali delle tabaccherie campane, dal momento che i finanzieri hanno sequestrato anche sigarette con i marchi contraffati, di quelli noti come Marlboro o Philip Morris. Altra circostanza per ora non accertata è il coinvolgimento dei clan di camorra, che difficilmente si lasciano sfuggire business così fruttuosi; in due anni i finanzieri hanno sequestrato oltre 35 tonnellate di sigarette di contrabbando per un valore di oltre 9 milioni di euro, somma ritenuta solo una parte del reale fatturato dell’organizzazione. Negli ultimi mesi i sequestri sono stati continui, sia nella zona casertana di Gricignano e Marcianise, che a Napoli o nei dintorni, ad Afragola, Frattamaggiore, Melito. Dal 2016 le Fiamme Gialle hanno arrestato per il traffico 36 persone ma solo per 21 è stato ritenuto sussistente il reato di associazione. Le “bionde” venivano rinvenute sempre in grossi camion provenienti da Ucraina, Polonia, Moldavia, guidati da conducenti dell’Est. La stessa indagine è partita dopo che nell’agosto 2015 la Guardia di Finanza fermò un autoarticolato e un’autovettura che faceva da “staffetta”, sequestrando 14 tonnellate di sigarette di contrabbando e arrestando 4 polacchi. E’ poi emerso che l’organizzazione si avvaleva di automezzi fittiziamente intestati a terzi e modificati, con la creazione di doppi fondi, per nascondere la merce; i membri del gruppo usavano inoltre microspie per verificare la presenza di cimici nel mezzo, ed evitare così di essere intercettati, ed usavano poco i cellulari, preferendo contatti diretti con grossisti e compratori; è emerso l’uso anche di apparecchiature ricetrasmittenti, munite di microfono e tasto di accensione, create ad hoc e occultate sotto i cruscotti, tutte sintonizzate sulla frequenza 146,600 Mhz.