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Caserta –  Chiedono documenti, certificazioni, autorizzazioni e tutto quanto, nero su banco, attesti la reale attività industriale svolta dalle aziende Conti3 e Conti3 Plastic Division in piena piazzetta della Seta a San Leucio, sito storico-culturale riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1997.

Perché agli oltre 500 sottoscrittori dell’esposto inviato ad ottobre 2017 a tutte le autorità competenti in tema di inquinamento ambientale e salute pubblica, con tanto richiesta di verifica e intervento precauzionale, le striminzite risposte fornite dall’Amministrazione Comunale non bastano più.

Perché di fatto resta la costatazione quotidiana che dietro la facciata di una produzione serica, assolutamente in linea che con la vocazione del sito borbonico, in  realtà si celino due aziende del Gruppo Letizia dedite alla lavorazione di carpenterie metalliche l’una e di materie plastiche e termoformatura l’altra.

A manifestarlo sono i fumi maleodoranti e altamente allergizzanti che da oltre due anni si levano dall’immobile un tempo occupato dallo storico setificio De Negris e poi rilevato dal gruppo Letizia in asta fallimentare all’epoca dell’Amministrazione Del Gaudio.

Salutato a Natale 2015 anche dall’ex Ministro alla Cultura Massimo Bray come riavvio della storica produzione serica borbonica, di fatto dietro al cartello “Antico Setificio Leuciano” che campeggia  in piazza della Seta c’è poco altro che ricorda l’antica vocazione del luogo, al di fuori di uno show room e due telai. Di fatto ci sono gli olezzi nauseabondi e i tir che da due anni piegano le frazioni di San Leucio, Sala, Briano, e Vaccheria nel più assoluto silenzio istituzionale.

Un silenzio che cittadini, associazioni e comitati tentano di scalfire da oltre un anno costituendosi in comitato spontaneo col nome Associazione I Borghi del Belvedere.

E sono stati proprio loro oggi, in conferenza stampa all’Oasi di San Silvestro, a lanciare i dictat improcrastinabili al sindaco Carlo Marino, al consigliere delegato di zona Donato Tenga, alla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Caserta e Benevento, e a tutte le istituzioni preposte alla tutela della legge, dei cittadini e dell’ambiente.

  1. qualità di massima autorità sanitaria locale, il sindaco Carlo Marino ottemperi immediatamente al suo dovere sospendendo preventivamente e in maniera precauzionale le attività del Gruppo Letizia a San Leucio;
  2. le autorità preposte provvedano ad effettuali i controlli dovuti e accertamenti seri sulla reale attività che le due aziende portano avanti da due anni;
  3. l’Amministrazione Comunale tutta chiarisca se l’area in questione sia divenuta zona Asi, con modifica al PRG, oppure resti un sito urbano di alto valore storico-artistico come noto al mondo e come ribadito ad ogni proclama politico.

“Intollerabile il silenzio delle istituzioni, paradossalmente più grave di quanto stia accadendo ad opera di un privato – ribadisce Ketty Bologna, presidentessa dell’Associazione I Borghi del Belvedere – e se di tutto questo l’Unesco non è stato ancora informato è solo per mera protezione della reputazione del sito e della città, Ma non escludiamo di informarlo nel prossimo futuro con l’invio del nostro esposto”.

In seguito e in riferimento all’ennesimo annuncio con cui il sindaco Marino il  26 gennaio 2018 informava i Cittadini che era stata convenuta con la proprietà la delocalizzazione da San Leucio entro l’estate 2018 del complesso produttivo Conti3 e Conti3 Plastic Division,  l’associazione I Borghi del Belvedere sottolinea come la questione rimanga urgente e centrale per i cittadini di San Leucio e delle contrade limitrofe.

 “Quello che il sindaco promette da mesi, pur senza seguito – aggiunge Maria Lasco legale del direttivo I Borghi del Belvedere – è un bluff considerato che non si tratta di una normale delocalizzazione di un’attività produttiva preesistente, come quella serica, ma di un “complesso produttivo” insediatosi, attraverso l’adozione della procedura di silenzio/assenso, nel luglio 2016 ove è prevalente la lavorazione di materie plastiche definita insalubre  come da D.M. 05/09/1994, elenco delle industrie insalubri di cui all’art.216 del testo unico delle leggi sanitarie”.

“Nella qualità di massima autorità sanitaria locale –  – aggiunge Mimmo Marzaioli, segretario dell’Associazione I Borghi del Belvedere – contestiamo il sindaco Marino la mancata tempestività degli interventi amministrativi richiesti, come attivazione degli accertamenti circa la verifica, effettiva e continua, della salubrità delle emissioni, nonché dell’ adozione dei relativi provvedimenti di sospensione dell’attività produttiva anche in attuazione del principio di precauzione, come da esposto inviato in data 20 ottobre 2017. Per questo invitiamo il sindaco e il delegato di San Leucio Donato Tenga a partecipare ad un incontro con i rappresentanti delle associazioni locali al solo scopo di fornire,documentati, tutti gli elementi dirimenti la questione riguardante la tutela della salute”.