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Caiazzo (Ce) –  Schiacciato da prestiti usurai, denunciò lo strozzino del clan con cui si era indebitato, facendolo condannare a quattro di carcere. Vittoria giudiziaria per Roberto Battaglia, l’imprenditore lattiero-caseario di Caiazzo (Caserta) che già in passato aveva denunciato e fatto arrestare per presunte estorsioni consumate verso la sua azienda i tre fratelli del boss dei Casalesi Michele Zagaria, Pasquale, Antonio e Carmine, che poi erano stati assolti in primo grado.

Allora Battaglia disse che “ora gli imprenditori non avranno più il coraggio di denunciare, ormai la situazione sembra essere più favorevole alla malavita”; in quella circostanza fu assolto anche l’imprenditore titolare di concessionarie di auto Ciro Benenati, proprio lo strozzino denunciato da Battaglia, che questa volta invece è stato riconosciuto colpevole dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere per il reato di usura con l’aggravante mafiosa in aggiunta a quella dello stato di bisogno in cui versava la vittima.

Quasi del tutto accolta la richiesta di sei anni di carcere e nove mila euro di multa avanzata durante la requisitoria dal pm Alessandra Pinto; il collegio giudicante ha disposto una multa di 12mila euro e una provvisionale di 20mila euro per ciascuna parte civile, ovvero lo stesso Battaglia e la madre, entrambi vittime dei Casalesi, e l’associazione A.l.i.l.a.c.c.o. Sos Impresa. Furono proprio Battaglia e l’anziana madre a finire nella morsa dell’usura, racket che Benenati gestiva per conto della famiglia Zagaria del clan dei Casalesi. Con il tempo sono aumentate minacce e intimidazioni verso Battaglia, che non voleva più pagare i debiti cresciuti a dismisura per via di tassi di interesse    sempre crescenti; gli è stata incendiata anche l’auto. Una vicenda particolare quella dell’imprenditore casertano, che in passato ha avuto la scorta che poi gli è stata revocata. Quasi costretto a lasciare il casertano, ora vive fuori regione e gestisce i beni sequestrati ai malavitosi del Lido di Ostia.