- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Caserta – Il problema dei minori sono gli adulti, a cominciare dalle famiglie fino ad arrivare alle scuole e a tutte le istituzioni preposte alla formazione e all’inclusione sociale e lavorativa degli individui. E’ questo il “mea culpa” emerso al tavolo dei relatori invitati dalla preside Adele Vairo al Seminario di formazione nazionale “Violenza e minori” promosso dal liceo Manzoni di Caserta,  scuola polo per l’inclusione,  in collaborazione con Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (Lidu) e con  il Centro educativo diocesano “Regina Pacis” di Pozzuoli (Na).

Una start up che, di fatto, segna il punto d’incontro tra quello che stato fatto e si fa sul territorio e quello che sarà necessario fare in futuro. Il tutto mettendo insieme tutte le istituzioni e gli enti coinvolti da anni a vario titolo sul fronte “minori”. “Perché il binomio “minori e violenza” è già un fallimento per tutti  – ha sottolineato la preside Vairo – che occorre capire e affrontare con la buona pratica congiunta. Non c’è tempo per proclami e discussioni da salotto quando in gioco c’è il futuro dei nostri figli, e noi siamo chiamati in trincea per garantirlo e difenderlo”.

Dati alla mano, per tutti i convenuti al tavolo di lavoro del Liceo Manzoni sono due i cardini da affrontare: il primo, che seppure non include Caserta e provincia tra i fronti di “emergenza”, chiama tutto il territorio provinciale, regionale e nazionale  nella trincea delle “emergenze” improcrastinabili. Il secondo  punto nodale da affrontare sta nel mondo degli adulti, a cominciare dalle famiglie il cui esempio è fondante per ciascun individuo minorenne, fino ad arrivare alla società tutta che troppo spesso punisce e raramente risponde in termini di opportunità formative, associative e soprattutto lavorative.

A sostenerlo, ciascuno dalla propria prospettiva di lavoro e impegno, sono stati il Sostituto Procuratore Mariangela Condello del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la direttrice scientifica Fausta Sabatano del Centro Educativo “Regina Pacis” di Pozzuoli, la ricercatrice Elisabetta Biffi del gruppo VioleLab dell’Università Bicocca di Milano, Carlo Iacone del Comitato esecutivo Lidu,  e il direttore Gianluca Guida dell’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida.

Toccante la testimonianza di Maria Luisa Iavarone, intervenuta all’incontro sia in veste di docente di Pedagogia all’Università Parthenope di Napoli sia in qualità di mamma, chiamata ad interrogarsi sul tema dopo l’aggressione subita dal figlio minorenne Alfredo, ridotto in fin di vita una settimana prima di Natale  da una baby gang  in via Foria a Napoli.