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Verrebbe quasi da dire: “Marek fermati qui”. Appaiati per tutta la storia del calcio Napoli. A quota 115, Marek e Diego. Hamisk e Maradona, Marekiaro e il Pibe de Oro. Li vorremmo considerare tra cinquanta anni come due simboli della storia partenopea. Senza paragoni, perchè entrambi a quota 115. Ed invece Marek continuerà a segnare, ritroverà continuità perchè si è tolto un peso di dosso che ne ha forse condizionato le recenti prestazione. E diventerà il più grande marcatore della storia azzurra, un degno primatista. Cavani ci era andato vicino, il Pipita anche. Poi sono andati via, come se avessero avuto paura di spodestare il re di Napoli, senza averne le carte in regola per orgoglio e appartenenza alla napoletaneità

Hamsik a quel record ci è arrivato perchè indossa quella maglia da dieci anni e, probabilmente, non l’ha tolta nemmeno per andare a nanna. Ha detto no a chiunque, quando valeva 1, 10, 100 milioni di euro. Lui si è meritato questo record, infarcito di prestazioni top, qualche trofeo, nessun mal di pancia ed un’imprevedibilità pari al suo hair style. Trattenuto o no da De Laurentiis, al presidente del Napoli va dato un merito indiscutibile: in dodici anni di gestione, è suo l’acquisto del miglior marcatore della storia partenopea. In più piazza nella top list dei bomber, otto “suoi” atleti tra i primi venti marcatori di sempre. Un dato che premia scelte azzeccate sia in fase di mercato che di tecnici propositivi (Benitez e Sarri su tutti) e, soprattutto, obiettivi di vertice in tutte le annate sportive da lui presidenziate.