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Verona – La crisi non fa sconti e investe improvvisamente un settore che si preparava ad avviare la produzione natalizia. Stiamo parlando della Melegatti, la storica azienda italiana che dal 1894 produce il Pandoro. Il dolce tipo del Natale rischia tuttavia di non riempire gli scaffali dei supermercati, sancendo la propria rinuncia a comparire sulle tavole degli italiani durante le feste.
L’azienda veronese è stata infatti costretta a richiedere la cassa integrazione da oggi fino al 31 ottobre per i propri lavoratori. Un danno inestimabile se si considera che proprio in questi mesi l’attività lavorativa dovrebbe intensificarsi per consentire la produzione dei prodotti dolciari. Una situazione di affanno quella attraversata dalla Melegatti confermata dalla decisione di chiudere il nuovo stabilimento di San Martino Buon Albergo, dove sono stati spenti i macchinari ed è stata interrotta la produzione dei croissant.
Sul piede di guerra sono inevitabilmente finiti i sindacati, i quali chiedono e pretendono chiarezza per i tanti lavorati, effettivi e stagionali, rimasti improvvisamente senza occupazione. L’assemblea dei soci che dovrebbe chiarire il tutto è prevista solo per il 30 ottobre e si rischia seriamente di dover rimandare l’avvio della produzione a novembre, subendo un colpo rilevante per i fatturati di un’azienda rimasta sorprendentemente al verde.
Si vocifera, infatti, che negli stabilimenti della Melegatti non ci siano ne un panetto di burro, ne un sacco di farina e non sarebbero inoltre stati corrisposti gli stipendi arretrati. Serve darsi una mossa perché il Natale incombe e milioni di italiani rischiano seriamente di dover fare a meno del pandoro, la cui salvezza risiede in un aumento di capitale o in un passaggio di quote a un eventuale nuovo socio.