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Salerno – La mobilitazione generale dei lavoratori della Provincia di Salerno si è consumata nell’indifferenza della politica locale. Venerdì scorso, infatti, nessun sindaco del territorio ha preso parte alla manifestazione. A confermarlo è Vincenzo Della Rocca, sindacalista della Funzione Pubblica della Cisl Salerno. “Duole constatare il disinteresse partecipativo di tutti i Primi cittadini del salernitano, inconsapevoli che le loro comunità rischiano il ripetersi di spiacevoli situazioni quali la chiusura delle scuole per mancanza del piano-calore durante il periodo invernale, nonché l’impraticabilità delle strade provinciali. Scuole e strade rimangono aperte solo grazie all’assunzione di forte responsabilità dei dirigenti e dei dipendenti della Provincia. Plaudiamo per la presenza istituzionale, e per la condivisione del documento consegnato al Prefetto di Salerno,  al termine della manifestazione, da parte dell’amministrazione provinciale rappresentato dal vice presidente Luca Cerratani”.
Parole di delusione, confermate anche dai segretari provinciali dei sindacati confederali di categoria, Pietro Antonacchio della Cisl, Donato Salvato della Uil e Angelo De Angelis della Cgil. “La Provincia di Salerno e tutte le altre in Italia sono in uno stato di forte sofferenza per il rispetto dell’equilibrio di bilancio che le costringerà – causa le irresponsabili decisioni governative – allo stato di dissesto finanziario data l’insostenibile mancanza di liquidità di cassa. L’attuale condizione di disequilibrio economico finanziario compromette e non è in grado di garantire l’assolvimento delle funzioni primarie, ed ulteriore aggravio è stato determinato con la manovra finanziaria del 2015 che ha previsto ulteriori ed insostenibili obblighi di contenimento della spesa accompagnati da conseguenti oneri di riversamento dei risparmi così conseguiti nelle casse dello Stato”, hanno detto.
Per i rappresentanti sindacali, infatti, mancano le risorse economiche per mantenere i servizi. “Nella nostra regione alcune servizi sono già stati chiusi o fortemente ridimensionati, al punto che in alcuni territori è ormai divenuto impossibile garantire la manutenzione delle scuole e delle strade. Il dissesto economico degli enti locali minaccia i servizi fondamentali alla cittadinanza, il posto di lavoro dei dipendenti e anche le buste paga”, hanno continuato.
Per Cgil, Cisl e Uil non si può continuare. “Servono risorse economiche e lavorative per garantire quanto finora hanno assicurato le Province. I tagli sono una perdita per i lavoratori ma soprattutto perdita di servizi per i cittadini. Il documento di assestamento di bilancio dello Stato volutamente disconosce l’esito del referendum di novembre scorso che ha decretato la non soppressione delle Province e scientemente non prevede adeguato incremento di risorse aggiuntive sufficienti a garantire la manutenzione delle scuole, delle strade, dell’ambiente e degli stipendi dei dipendenti stessi. Si corre il rischio del ripetersi di spiacevoli situazioni quali la chiusura delle scuole, per mancanza del piano calore durante il periodo invernale, nonché l’impraticabilità delle strade provinciali: scuole e strade rimangono aperte solo grazie all’assunzione di forte responsabilità dei dirigenti e dei dipendenti della Provincia, con gravi rischi di natura contabile e penale sebbene abbiano lavorato, con abnegazione, per alcuni mesi senza percepire nemmeno un euro di stipendio. Situazione che può ripresentarsi con effetti negativi sui relativi nuclei familiari”.