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Dopo l’aggressione del 20 agosto scorso nel carcere napoletano di Secondigliano di due agenti della penitenziaria ad opera di cinque detenuti, l’Unione Sindacale di Polizia Penitenziaria ha proclamato lo stato di agitazione dei proprio iscritti in servizio nella difficile struttura partenopea per protestare contro la mancanza di interventi successivi al fatto, come il trasferimento dei reclusi, non ancora predisposto. In una nota, il segretario nazionale Giuseppe Moretti parla di “gravissimo episodio” di cui sono rimasti vittima “due agenti della Penitenziaria, uno dei quali è stato costretto ad un ricovero ospedaliero con 20 giorni di prognosi”. La strada della mobilitazione è stata scelta dal sindacato dopo aver appreso che a distanza di più di una settimana “non sono state ancora esperite le procedure di cui all’articolo 14 bis della legge sull’Ordinamento Penitenziario nei confronti dei detenuti che si sono resi protagonisti di tale grave atto, sembrerebbe a causa dell’assenza degli esperti che sono deputati a definire tale procedimento”. “Si ritiene sia del tutto singolare – prosegue il sindacalista – che alla data odierna nessuno dei detenuti in questione sia stato destinatario di un provvedimento di trasferimento in altra sede. Non solo, ma da quanto riferito, sembrerebbe che la Direzione Generale dei detenuti e del trattamento,  abbia inviato una direttiva nella quale si invita la Direzione del carcere a porre in essere misure atte a scongiurare nuovi episodi senza minimamente supporre come necessario il trasferimento dei soggetti di cui trattasi che, a quanto è dato a sapere, continuano a permanere nella medesima sezione ove dovrebbero rientrare in servizio i colleghi aggrediti. Se ciò rispondesse al vero si deve prendere atto ancora una volta che l’Amministrazione Penitenziaria intende abdicare alle violenze, alle aggressioni, ai gesti spregevoli che oltre a svilire l’autorità della  Polizia Penitenziaria espongono gli uomini e le donne appartenenti al Corpo, ad un rilevante rischio per l’incolumità fisica e psichica”. A far infuriare agenti e sindacalisti la circostanza che più volte il Comandante di Reparto della penitenziaria ha inviato al Dap, con l’avallo della Direzione del carcere di Secondigliano, segnalazioni di violenze poste in essere dai detenuti con richieste di provvedimenti per  stroncare in modo definitivo il ripetersi di tali atti, anche perché c’è il rischio che le condotte violente vengano realizzate dai detenuti con l’obiettivo di acquisire una posizione di leadership all’interno della sezione detentiva. “Se di fronte a tali segnalazioni non si adottano i provvedimenti richiesti, significa che a quei detenuti è concesso di destabilizzare l’ordine e la sicurezza interna delle carceri a danno dei malcapitati agenti che sono in servizio in quel momento nelle sezioni detentive” conclude Moretti. Ciro Auricchio, segretario regionale dell’USPP, lamenta anche “la cronica carenza di personale al carcere di Secondigliano. Senza risposte siamo pronti a scendere anche in piazza” conclude.