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Napoli – «Il peggio sta per passare. Il delicato quanto difficile compito di mettere in sicurezza l’Anm è stato portato a compimento. L’unico mio rammarico è di non poter più far parte della vostra famiglia». L’avvocato Ciro Maglione, ormai ex amministratore unico dell’Anm, torna a far sentire la propria voce a distanza di quasi due settimane dalle dimissioni.

L’uscita di scena di Maglione dal vertice dell’azienda di via Marino era del resto arrivata come un fulmine a ciel sereno. Dopo appena otto mesi dalla sua nomina, era stato infatti proprio il sindaco Luigi de Magistris a chiedergli di farsi da parte. Una brutta battuta d’arresto maturata in un contesto societario già di suo piuttosto compromesso. L’Anm è attualmente sottoposta al regime di concordato  preventivo con il Tribunale di Napoli: in pratica, l’anticamera del crac finanziario. L’unica schiarita, almeno fin qui, è quella arrivata nel tardo pomeriggio di ieri con l’affidamento della guida della società di trasporto pubblico all’ingegner Nicola Pascale, capostaff dell’assessore alla Mobilità Mario Calabrese.

oggi, all’indomani del passaggio di consegne, Maglione ha deciso di prendere carta a penna per scrivere un’accorata lettera ai lavoratori dell’Anm: «Vado via sereno – si legge nell’incipit – ma non senza congedarmi da voi, che voglio ringraziare uno ad uno con un messaggio di fiducia per il futuro. È stata per me una fortuna e un piacere lavorare in Anm, alla cui causa ho dedicato gran parte di me stesso e dove ho avuto modo di apprezzare la professionalità e lo spirito di dedizione di tutto il personale». Maglione entra quindi nel merito di quanto fatto durante il suo mandato da amministratore unico: «A tutti voi va il mio più sentito ringraziamento per la disponibilità dimostrata anche nei momenti più difficili e che mi ha permesso di portare a compimento il delicato quanto difficile compito di mettere in sicurezza l’Anm. Un risultato per nulla scontato e di cui andrò sempre fiero, realizzato grazie al contributo concreto e fattivo di ciascuno di voi e che oggi mi fa dire senza timore di essere smentito che il peggio sta per passare».

L’ex manager snocciola dunque alcune cifre a sostegno della tesi: «In questi otto mesi di lavoro ininterrotto abbiamo avviato una solida fase di ristrutturazione del debito, taglio costi e sprechi, realizzato una radicale riorganizzazione delle risorse umane, l’efficientamento dei processi produttivi e una netta riduzione della perdita mensile passata da 2,5 milioni di euro del 2016 a 800mila euro al 31 gennaio 2018». Fin qui il recente passato. La palla passa al nuovo amministratore unico Nicola Pascale.