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NAPOLI – Troppi buchi, tantissimi gli sprechi e ancora peggio le prebende che accrescono acora di più lo “stato d’ansia” delle casse comunali, provinciali e regionali. Nel 2017 la Corte dei Conti della regione Campania ha emesso sentenze e sequestri per oltre 54 milioni di euro, ma nonostante questo ci sono “gravi situazioni organizzative”, non basta quindi l’impegno dei magistrati, occorre una «vigilanza con tolleranza zero». Lo rivela il presidente della Corte dei Conti della Campania, Michael Sciascia nell’anticipazione della relazione che terrà venerdì mattina nel giorno dell’inaugurazione. «Nella sanità pubblica – scrive – occorre, per quanto riguarda particolarmente l’ente Regione, completare il risanamento della spesa sanitaria, che va ricondotta a livelli di compatibilità, portando a termine il piano di rientro finanziario e uscendo dall’attuale commissariamento straordinario. Inoltre è necessaria una continua vigilanza sui centri di riabilitazione e sulle altre strutture accreditate con la Regione, che hanno sottratto nel recente passato enormi risorse mentre continuano ad emergere casi del genere».

Altro punto dolente sono i trasporti pubblici dove «sarà necessario ottimizzare e riorganizzare il sistema della mobilità regionale, il cui disservizio grava sui cittadini in termini di disagio e di spesa, nonché tutti gli altri aspetti dell’amministrazione regionale e territoriale, ad iniziare dalle Aziende speciali e dalle Società partecipate». Molti dubbi, secondo il presidente della Corte contabile «insorgono infatti sulla limpidezza dei metodi di gestione di Aziende speciali, sempre nel settore della mobilità, per irregolarita’ in nomine, assunzioni, affidamenti di consulenze, che saranno presto chiariti».

Verifiche del genere sono, per Sciascia, auspicabili anche nelle analoghe «Aziende comunali, come quella della città di Napoli, che presentano non minori problemi finanziari; occorre prudenza estrema nell’intervenire con forme di mera ricapitalizzazione, che difficilmente possono sopperire a insufficienze strutturali e gestionali, nonché ad un’insufficienza del patrimonio netto; occorre girare pagina ed eventualmente passare la mano a chi è in condizione di gestire con economicita’ ed efficienza un servizio essenziale per i cittadini».

Stoccata anche alla gestione dei consorzi pubblici: «lo stesso rigore va riservato ad altre realtà operative che destano preoccupazioni, quali i Consorzi ed in particolare quelli di Sviluppo Industriale e quelli di Bonifica, che costituiscono appesantimenti poco produttivi delle macchine amministrative e fonte di spese senza controllo”.