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Napoli – “Sono arrivate le lettere di licenziamento per 30 lavoratori di Napoli e potrebbero presto essere licenziati altri 18 addetti e la Ericsson ha già annunciato al Mise che nell’ultimo quarto di quest’anno ci sarà un ulteriore taglio del personale”. Queste erano le parole di uno dei 30 lavoratori che si erano visti recapitare a casa una lettera di licenziamento.

Si tratta di tagli pesantissimi, in particolare per Napoli e per le altre sedi del Sud, Bari, Catanzaro e Palermo, perché i lavoratori hanno tra i 30 e i 55 anni. Su un totale di 180 lavoratori ci sono 48 esuberi, quindi una percentuale di circa il 26%.

Oggi nulla è cambiato tanto che l’assessore campano al lavoro Sonia Palmeri si schiera, insieme alla Giunta, al fianco dei lavoratori e denuncia: “Siamo alle soglie della 13esima procedura di licenziamento collettivo di Ericsson, che colpisce ben 5 Regioni da nord a sud e 291 dipendenti. Non sono bastati 10 mesi di instancabili trattative presso il Ministero del Lavoro per scongiurare i licenziamento. La Campania – continua – insieme con Lombardia, Lazio, Liguria e Toscana ha offerto ben 8 misure di sostegno allo sviluppo ed al rilancio dei siti, compreso quello campano. Fino ad oggi la multinazionale svedese non ha dato seguito alle proposte ed ha rifiutato sia il ricorso agli ammortizzatori sociali, sia il coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo Economico, dove è possibile ampliare i temi di rilancio industriale, sia le misure proposte dalle 5 Regioni, in particolare finanziamenti per la formazione continua, per ricerca e sviluppo, per reindustrializzazione, per poli e distretti, contratti di sviluppo, accordo di programma partecipazione a cluster”.

Il presidente Vincenzo De Luca e il governo regionale continueranno a tutti i livelli istituzionali a cercare una soluzione positiva per questa delicata vertenza. “Una grande azienda – conclude Palmeri – ha il dovere di coniugare le proprie esigenze di bilancio con la responsabilità sociale che governa le scelte di posizionamento e di reputazione sul mercato, senza chiudere il dialogo con le Istituzioni”.