- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – I dati del Capodanno 2018 a Napoli aprono subito ad impulsive riflessioni. Trentacinque persone uscite malconce per i botti di fine anno, una ventina ricoverate in ospedale per coma etilico o comunque per forme di “sbronza” importante. Il solito viavai dunque negli ospedali napoletani, una notte da circoletto rosso ma con modalità diverse. Si è sparato tanto come sempre, allo scoccare della mezzanotte il solito boato, uno spettacolo bello ma come sempre pericoloso, condito dai soliti spari da arma che si confondono spesso con i botti. 

Si è bevuto ancora di più: per una ventina di casi da ospedale, sono state tante le bollicine tirate giù per brindare al nuovo anno: il dato è ancora più allarmante se si considera che l’età media di chi è ricorso alle cure ospedaliere non arriva a venti anni. Una pratica che, quindi, si tramanda di generazione in generazione con la differenza, anche essa molto pericolosa, che tendenzialmente si spara a Capodanno ma si beve per tutto l’anno. Quindi, lo smodato uso di alcolici può diventare pratica quotidiana e non solo per le grandi occasioni. Un fenomeno, quello dell’assunzione di alcolici da parte dei più giovani, da monitorare giorno dopo giorno e, se possibile, prevenire.