- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Maurizio Bianco, avvocato civilista patrocinante in Cassazione, classe ’66, è il nuovo presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, il 74° presidente eletto nella storia (il primo fu nel 1875 Francesco De Marco). Nella prima seduta del nuovo Consiglio che si è svolta ieri presso il Nuovo palazzo di giustizia, Maurizio Bianco ha ottenuto la maggioranza dei voti espressi a scrutinio segreto. L’avvocato civilista Vincenzo Pecorella assume la carica di consigliere segretario, il penalista Giuseppe Scarpa quella di consigliere tesoriere. Il prossimo Consiglio, che si terrà tra una settimana, assegnerà la carica di vicepresidente.

«Ringrazio innanzitutto l’Avvocatura napoletana per la grande affluenza fatta registrare alle recenti elezioni. Il senso di fiducia e di speranza espresso dai colleghi – ha detto Maurizio Bianco nel suo discorso di ringraziamento subito dopo l’investitura a Presidente – dovrà essere ripagato da tutti noi con la dedizione, l’impegno e il lavoro che l’alto onore della carica impone, superando ogni divisione e perseguendo l’obiettivo della rinascita di un’Avvocatura più forte e indipendente, e più efficacemente rappresentata anche in ambito nazionale.
Sperando che la nostra categoria torni ad essere protagonista nei rapporti con la magistratura e con la politica, mai prona ai poteri forti, consapevole e orgogliosa del ruolo che è chiamata a svolgere dalla Carta Costituzionale e dai cittadini che si affidano ad essa. In tal senso occorre, con decisione, affermare l’esigenza di discontinuità delle attuali posizioni espresse dai rappresentanti del Foro napoletano, sia nel Consiglio nazionale forense, sia nell’Organismo congressuale, facendo valere la forza delle idee che gli avvocati napoletani da sempre esprimono. Non posso non ringraziare i consiglieri per la fiducia accordata a un progetto di rinascita che deve coinvolgere tutti, senza esclusione di alcuno, poiché sono certo che sia interesse di ogni avvocato riscoprire quei valori di lealtà, decoro e autorevolezza della funzione, che faccia sentire ciascuno parte ineliminabile della gloriosa Avvocatura napoletana».