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Frattamaggiore (Na) –  Non dovrebbe cambiare, alla luce del fermo dei tre rapinatori, di cui uno ferito da un colpo d’arma da fuoco, la posizione processuale del 32enne gioielliere Luigi Corcione, che sabato scorso ha ucciso uno dei banditi – cinque quelli entrati in azione – che avevano appena assaltato il proprio negozio, ubicato in pieno centro a Frattamaggiore.

L’imprenditore è indagato per omicidio colposo caratterizzato dall’eccesso di legittima difesa, ma da fonti della Procura di Napoli Nord, si apprende che l’imputazione dovrebbe restare tale, al massimo con l’aggiunta del reato di lesioni, che comunque non dovrebbe cambiare la sostanza delle cose. L’ipotesi prevalente resta infatti quella della reazione eccessiva posta in essere da Corcione, che ha riferito di essere stato minacciato con la pistola dai banditi, in particolare da Raffaele Ottaiano, il malvivente rimasto ucciso da un proiettile sparato al petto dal gioielliere.

La dinamica su quanto accaduto all’esterno della gioielleria resta comunque da chiarire. Gli inquirenti si attendono risposte importanti soprattutto dagli esami balistici, più che dall’autopsia: c’è da capire se anche i banditi abbiano fatto fuoco, circostanza non ancora emersa. Di certo Corcione ha sparato più volte, colpendo Ottaiano e un secondo bandito, che è poi è riuscito a fuggire ed è stato catturato nella notte, in compagnia del quarto elemento della banda, in un appartamento di Orta di Atella, nel Casertano.

Il quinto uomo del gruppo invece è stato invece preso nella sua abitazione di Caivano, dopo essere stato riconosciuto, grazie alle immagini di videosorveglianza del negozio, dagli indumenti che indossava durante il colpo; è lui che avrebbe prima armeggiato fuori alla porta di ingresso della gioielleria per poi bussare, e far entrare i complici.