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Napoli –  Il Teatro di San Carlo dedica all’étoile internazionale scomparsa lo scorso 5 febbraio, direttrice del Corpo di Ballo del Massimo napoletano dal 2002 al 2006, la prima rappresentazione di Giselle in scena dal 24 al 28 marzo, con la coreografia di Anna Razzi. La stella del Royal Ballet Marianela Nuñez nei panni della protagonista.

Torna in scena al Teatro di San Carlo da sabato 24 marzo Giselle con la coreografia di Anna Razzi. Punta di diamante dell’allestimento sancarliano Marianela Nuñez nel ruolo della protagonista. Argentina trapiantata a Londra, stella del Royal Ballet che la ha accolta 20 anni fa e di cui oggi è imprescindibile punto di riferimento, Marianela Nuñez è fra le più apprezzate ballerine della sena internazionale amata non solo per il virtuosismo e la tecnica solidissima, ma anche per le sue capacità interpretative. Accanto a lei nel ruolo di Albrecht Vladislav Lantratov, talento dalla spiccata personalità, principal del Bolshoi di Mosca. Nel corso delle repliche ad interpretare il ruolo di Giselle anche Claudia D’Antonio e Anna Chiara Amirante del corpo di ballo del San Carlo mentre nel ruolo di Albrecht danzerà il primo ballerino della Wiener Staatsballet Denys Cherevychko. Sul podio dell’orchestra del Massimo napoletano ci sarà David Garforth.

Assolutamente classica e legata alla tradizione la coreografia di Anna Razzi.  “Sono particolarmente affezionata a questo ruolo – afferma l’étoile – che ho avuto modo di danzare alla Scala, poi a New York con Nureyev, al San Carlo, al Teatro Verdi di Trieste, al Petruzzelli di Bari e in Belgio con le Ballet Royal di Wallonie. Credo che Giselle, nonostante gli anni e le numerose rivisitazioni, resti e resterà sempre un balletto di grande fascino”.

Giselle sarà dedicata a Elisabetta Terabust, recentemente scomparsa. “La danza e i corpi di ballo italiani sono immensamente riconoscenti alla Signora Terabust – afferma il direttore del corpo di ballo Giuseppe Picone perché ha dato tanto a tutti noi. È stata una personalità straordinaria e una Giselle indimenticabile, che ha segnato profondamente con la sua grande arte la storia della danza italiana”.